“Paragonato al nostro General Tao Chicken non è tutta questa gran bontà. A ogni modo, io non sono un grande estimatore del cibo cinese nordamericano, e la decisione è la tua.”
Così Feigang Fei chiosa il Pasticcio di carne inserito nel menù del suo ristorante di Montreal, l’Aunt Dai. Nel commentare il Maiale wok a secco il proprietario informa la clientela che “gli intestini sono fritti, un po’ troppo secchi. Paragonati agli intestini di maiale saltati in padella raccomando i primi. PS. Ho cambiato opinione. Ora mi piacciono entrambi.”
The Guardian attribuisce il successo dell’Aunt Dai, alle oneste descrizioni che accompagnano ogni pietanza del menù, gli “Owner’s comments” o Owner’s words”. Io credo invece che il successo di Feifang Fei sia dovuto all’umorismo, al gioco. La sua strategia di marketing è la leggerezza. E la leggerezza accompagnata all’intelligenza e al senso dell’umorismo è sempre irresistibile… quasi sempre, se infatti le sue pietanze facessero schifo i suoi “Owner’s comment” non sarebbero più un gioco. Si tratterebbe di uno scherzo, uno scherzo ‘da prete’. In questo caso sarebbe buono, giusto e doveroso mandare a cagare Feifang Fei. Con leggerezza, s’intende.
Marianna Vitale (Spigolatrice di Aristan)
“Gli intestini sono fritti, un po’ troppo secchi. Paragonati agli intestini di maiale saltati in padella raccomando i primi.”
Da FEIGANG FEI E IL MAIALE WOK – Editoriale di Marianna Vitale (Spigolatrice di Aristan)