RENZI CHI?


Editoriale del 28 gennaio 2014

Che cosa pensi di Matteo Renzi? La domanda, appena esci di casa, arriva da tutte le parti: parenti e amici, conoscenti e sconosciuti, il panaio, il lattaio, il giornalaio, il postino, l’idraulico. Il bello è che se dico che mi piace mi danno ragione e se dico che mi fa schifo mi danno ragione lo stesso. Ho provato a rispondere in tutti i modi e quelli ribattono subito “Anch’io la penso così”. Possibile che abbia sempre indovinato, a casaccio, la posizione di ognuno prima di conoscerla? Più facile che grande sia la confusione sotto il cielo, diceva già Mao Tse Tung. E in effetti non è facile neanche per me sapere che cosa penso di Renzi: il tipo antropologicamente non mi entusiasma, genere furbetto ambizioso arrivista che parla a mitraglietta facendo intuire uno spessore politico e culturale non proprio solido e profondo. Una specie di Enrico Mentana della politica. Ma le alternative quali sono? Il governo attuale è inutile e insipido come il suo presidente del consiglio. O si vota Movimento 5Stelle, trasformando l’election day in un liberatorio vaffa day oppure Renzi è oggettivamente l’unica speranza della sinistra e l’unica speranza della destra: chi vota la prima sguazza in un pantano decennale, chi vota la seconda soffre di una paurosa assenza di leadership. Renzi, comunque, meglio di Berlusconi sarà, esibendo però pari energia e affabulazione emotivamente accattivante. E garantisce a quelli di destra di realizzare molte idee che il ventennio berlusconiano ha solo promesso. Mentre fa baluginare a quelli di sinistra la possibilità che vinca le elezioni il PD, dopo lustri di cocenti delusioni. Quindi finirà che lo voteranno tutti (ammesso che ci permettano finalmente di votare): quelli di sinistra col senso di colpa di aver votato uno di destra e quelli di destra col senso di colpa di aver votato uno di sinistra. Per questo, forse, tutti mi danno ragione qualsiasi opinione io esprima su Renzi.

Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan

COGLI L’ATTIMO

 

da La ragione degli altri di Luigi Pirandello, in una produzione TV del 1985

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