L’ALITO DEL POETA


Editoriale del 28 luglio 2025

Indossava uno sguardo moscio e sembrava istantaneamente dimenticabile, almeno sino a quando non si presentò. A quel punto infatti scoprii in lui qualcosa di indimenticabile: il suo fiato puzzava di merda.

[Mio padre: “Filippo dovresti evitare certe espressioni volgari” – Io: “Sì, ma era una puzza proprio insopportabile” – Mio Padre: “Ecco, avresti potuto definirla semplicemente una puzza insopportabile” – Io: “No pa’, puzza insopportabile non rende a sufficienza lo shock che provocava quell’alito” – “Mio padre: “Beh, se era proprio pestilenziale…”]

“Sono Tal dei Tali e faccio il poeta”.

Superato il trauma dell’alito misi a fuoco la sua affermazione. Faccio il poeta? Ma sei scemo!? Il poeta non è una professione, non oggi; chi si definisce poeta non è un poeta. I veri poeti spesso non sanno di esserlo, e quando lo sanno sentono che è indelicato definirsi tali, come se l’etichetta inquinasse l’autenticità del gesto creativo. Lo stesso discorso vale per la stragrande maggioranza di coloro che si definiscono artisti. Questo tipo di individui si divide in due categorie. Lo dico con cognizione di causa perché di sedicenti artisti ne ho incontrati centinaia, infatti anni fa per Canale 5 realizzai in qualità di regista e autore più di 600 puntate de “La casa dell’anima”, un programma di arte, filosofia e letteratura con Vittorio Sgarbi che per due volte vinse il Premio Flaiano quale miglior trasmissione televisiva dell’anno.

[Mio padre: “Che bisogno avevi di dire che il programma ha vinto il premio Flaiano?” – Io: “L’ho detto solo per dovere di cronaca” – Mio padre: “Ma quale cronaca? Il premio non c’entra col discorso che stai facendo” – Io: “Ma…” – Mio padre: “Niente ma, lo hai detto per pura vanità, ammettilo!” – Io: “… Lo ammetto.”]

Alla prima categoria appartiene una quantità industriale di cialtroni che si inventano ricche carriere sfruttando l’accattivante ambiguità della parola “Arte” e la complicità di tanti operatori del mercato (critici, galleristi, architetti…) che riempiono di fumi tossici il cervello di chi vorrebbe semplicemente avvicinarsi alla bellezza.

Alla seconda appartengono certi artigiani. Certi ho detto, non tutti. Mi riferisco infatti solo a quelli che, anche in buona fede, si definiscono artisti, confondendo però l’Arte con la loro tecnica, spesso raffinata, ma mutuata da soluzioni già trovate e codificate da altri. I nobili artigiani che sono consapevoli di essere tali, invece, perpetuano serenamente la bellezza senza attribuirsi uno status che non gli interessa.

Ci sono poi i veri artisti. Quelli mossi dalla grazia e dalla ricerca interminabile dentro se stessi. Tra loro solo alcuni sono conclamati, molti invece sono sconosciuti. Spesso inconsapevoli.

[Mio padre: “…E hanno tutti un alito pulito.” – Io: “Credo di sì. Se non esagerano con la macerazione interiore.” – Mio padre: “Giusto. Bravo.” –  Io: “Grazie pa’”]

Filippo Martinez (Appassionato d’Arte)

https://youtu.https://youtu.be/imxUVOhh2No

“Ci sono poi i veri artisti. Quelli mossi dalla grazia e dalla ricerca interminabile dentro se stessi.” Da L’ALITO DEL POETA – Editoriale di Filippo Martinez (Appassionato d’Arte)

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