Mentre la specie umana rischia di estinguersi a causa di una guerra nucleare o dei cambiamenti climatici, non sono pochi gli illusi che, convinti di poter salvare il mondo riparando il caos ecologico, cercano di evitare l’estinzione di specie rare o addirittura di riportare alla vita specie scomparse persino da millenni. La scienza in questione si chiama de-estinzione e sfrutta i progressi dell’ingegneria genetica, in primo luogo la clonazione. Appare quindi sempre più vicina, potrebbe essere questione di mesi, la ricomparsa sulla Terra di animali estinti. Non so quanto mi renderebbe felice vedere a zonzo il mammut lanoso, né sento la mancanza del dodo (uccello che peraltro vive benissimo nelle gioiellerie) o della colomba migratrice, che pare fosse presente in miliardi di esemplari: mi bastano i piccioni che defecano nel mio balcone e che non hanno nessuna intenzione di migrare. Se poi l’interesse dei de-estintori (termine pompieristico) si allargasse anche agli umani, allora assieme al testamento biologico vorrei firmare anche il diritto a essere lasciato in pace. Non voglio farmi impagliare in modo che qualche nostalgico possa un giorno riportarmi in vita, non so se dopo qualche giorno o dopo qualche millennio. Li avviso che si stanno sbagliando di grosso: né io, né il leone delle caverne, né tantomeno il rospo dorato intendiamo prestarci a questa ridicola operazione.
Marco Schintu
(Ufficio pesi e misure di Aristan)
Non so quanto mi renderebbe felice rivedere a zonzo il mammuth lanoso, né sento la mancanza del dodo (uccello che peraltro vive benissimo nelle gioiellerie) o della colomba migratrice, che pare fosse presente in miliardi di esemplari: mi bastano i piccioni che defecano nel mio balcone e che non hanno nessuna intenzione di migrare. (da ANNO NUOVO, PASSI INDIETRO, editoriale di Marco Schintu)