Si parla spesso di animali in via di estinzione. Qualche volta di quelli estinti, da più o meno tempo. Nomi usciti silenziosamente dalla memoria portandosi dietro le nostre colpe. Ci fa paura solo la scomparsa delle api. Certi insetti, invece, ci auguriamo che scompaiano. Parlo delle zanzare, in particolare quelle di specie rumorosa che prendono servizio alle due di notte e non si assentano mai. Talmente organizzate che hanno il turn over. Ne basta una, il suo ronzio, per non lasciarci dormire la notte. Sembra anzi che si siano evolute, infatti non è più così semplice individuarle e colpirle con un giornale. Ormai è anche difficile procurarsi un giornale, vista la crisi della carta stampata. Rischiano di estinguersi anche animali ben presenti nel nostro immaginario e nelle nostre conoscenze. Potrebbe scomparire anche la balena. Fra 50 anni non si dirà a una persona obesa che sembra una balena perché l’altro potrebbe mostrare sorpresa e rispondere con un: “Cioè?”. I giapponesi per non soffrire troppo e a lungo, ne affrettano la fine, e siccome non sembra ma sono furbi, dicono che lo fanno per motivi di studio. E noi siamo fessi e ci crediamo. Le balene possiamo dire che siano gli unici animali che possono affermare con sicurezza che lo studio, o almeno il troppo studio fa male. Io temo per motivi sentimentali l’estinzione dell’asino sardo, quello che capiva il sardo ed era radicato. Li ho conosciuti di persona a Sindia, il mio paese, nel nuorese. Me li ricordo parcheggiati legati a sa loriga, quell’anello di ferro sulle facciate delle case, oppure nel campo davanti a casa, più spesso con le pastoie, per impedire che potessero andarsene in giro a loro piacimento. Insomma, li si faceva soffrire o stare a disagio anche quando dovevano riposarsi da una lunga giornata di lavoro. Una volta chiesi a un mio zio perché gli asini sono testardi. ”Non lo sono – mi rispose – lo sembrano. Lo sono quando sono stanchi”. Ne avrei voluto uno in giardino, nella mia casa a Sinnai, ma mia moglie non ha acconsentito. È abruzzese e le piacciono i dalmata. Quelli degli altri. Io lo volevo per guardarmelo, accarezzarlo, e accompagnarlo alla serena vecchiaia, dopo che per secoli ha contribuito al nostro Pil, più di quanto faccia la Saras.
Nino Nonnis (Zoo Roastro)
Una volta chiesi a un mio zio perché gli asini sono testardi. ”Non lo sono – mi rispose – lo sembrano. Lo sono quando sono stanchi”. (da ASINI – Editoriale di Nino Nonnis)