BUON VIAGGIO LADY HOLLINGWORTH


Editoriale del 16 gennaio 2017

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A 105 anni ci ha lasciati Claire Hollingworth, che un mattino del tardo agosto 1939 scucì un’automobile consolare britannica per passare il confine. Dopo aver acquistato per pretesto vino e batterie fece marcia indietro scorgendo numerosi, ampi sacchi di juta allineati a valle. Erano i carri armati della Wermacht pronti a invadere la Polonia. Il giorno seguente il Daily Telegraph titolò: “Mille carri armati ammassati alla frontiera polacca- dieci divisioni pronte a un rapido attacco”. Lo scoop del secolo. Da Katowice, per convincere a Varsavia l’ambasciata britannica dell’offensiva in corso, sporse il telefono alla finestra offrendo lo sferragliare dei cingolati. Poche settimane sulle stesse strade dopo un giovane Indro Montanelli avrebbe subito un lungo e incomprensibile sproloquio a distanza di fiato dal Fuhrer, sceso da un carro per concionare il biondo cronista italiano, credendolo forse un tedesco da benedire con la febbre verbale dell’avvenuta conquista. Hollingworth avrebbe scritto poi per il Guardian da Cina, Vietnam, Libano, Algeria e Iran prima di ritirarsi nella sua piccola casa di Hong Kong, i frantumi gloriosi della memoria persi fra le nebbie degli anni. Poche ore dopo la sua scomparsa è stata diffusa la notizia riguardante la condanna a tre anni di libertà vigilata di Petra Laszlo, operatrice dell’emittente ungherese N1TV diventata notoria per aver sgambettato un profugo siriano che con il figliolo fra le braccia fuggiva nella terra di nessuno verso il confine ungherese, inseguito dagli sbirri serbi e dalle telecamere, a volte ferocemente in ritardo sul pathos. Si spostano come mosche sulla stessa epifania tragica e la trasformano in letame, annichiliscono il sentire in pietismo e la conoscenza in spettacolo. Ce li mandano i direttori, mandati dagli editori mandati dal commercio. L’artigianato giornalistico, poesia in nuda prosa quando inchioda il tutto che sfugge, è avviato a passi meschini verso il macero. Forme e ragioni del declino saranno per l’accademia, così come il paradosso dell’epoca in cui il proliferare delle opinioni ha creato un leviatano d’idiozie e superficialità. Presi nella rete: forse non eravamo pronti e forse non lo saremo mai. Forse dovremmo regredire alla cronaca con l’intenzione di purificare la lettura in un’avanguardia medievale. Intuito o fortuna, essere dove le cose accadono e strapparle all’oblio. Restituirle a tutti, tutti, perché facciano la guerra al potere, cioè a se stessi.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)


Forse dovremmo regredire alla cronaca con l’intenzione di purificare la lettura in un’avanguardia medievale. Intuito o fortuna, essere dove le cose accadono e strapparle all’oblio. Restituirle a tutti, tutti, perché facciano la guerra al potere, cioè a se stessi.
(da BUON VIAGGIO LADY HOLLINGWORTH, editoriale di Luca Foschi)
That’s the press, baby, the press. And there’s nothing you can do about it. Nothing. (È la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare un bel niente!) da L’ultima minaccia (1952) diretto da Richard Brooks e interpretato da Humphrey Bogart

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