BUONI E CATTIVI


Editoriale del 3 dicembre 2019

 Usman Kahn, il terrorista assassino del London Bridge, dopo aver ucciso due persone e averne ferite tre, è stato bloccato da alcuni cittadini, prima dell’arrivo della polizia (che l’ha poi freddato). Finalmente una reazione, un segnale in controtendenza rispetto alla vile apatia, che si registra ogni giorno anche in Italia, di chi passa indifferente davanti a scene di violenza, scippi e molestie varie. Mi sono sempre chiesto come sia stato possibile che, nel 2011 in quell’isola della Norvegia, il folle Breivik abbia potuto da solo uccidere con una carabina 77 persone e ferirne gravemente 110 (prima di essere arrestato). E’ vero che lui sparava mentre Kahn aveva il coltello e una finta cintura esplosiva (ma come si faceva a capire che era finta?), però anche il coltello in mano a un killer invasato fa una certa paura e giustamente la stampa internazionale ha elogiato il coraggio e la prontezza di quei civili che, pur avendo tutto il diritto di limitarsi a scappare, hanno sentito il dovere di combattere il male. Appena il tempo di celebrare il gesto eroico e di indicare negli eroi dei modelli da imitare che si è scoperto che l’eroe che ha disarmato l’assassino è a sua volta un assassino. E della specie peggiore: James Ford, 42 anni, ha strangolato nel 2003 una ragazza disabile, poi le ha tagliato la gola e l’ha gettata nell’immondizia. Per cui, come Khan, era in libertà vigilata dopo 15 anni di galera. A questo punto la maggioranza degli editorialisti e dei commentatori, dovendo prendere atto, con Shakespeare, che ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne contenga la nostra filosofia, ha giudicato l’atto eroico come la prova evidente di un riscatto: la riabilitazione ha funzionato talmente bene che l’ex-carcerato si è dimostrato migliore del cittadino comune, capace di un’azione tanto altruista e rischiosa. Può darsi che sia vero, ma il ragionamento soffre del nostro viziaccio di vedere gli altri buoni o cattivi: così l’assassino non può che continuare a uccidere, il ladro a rubare, il prete a pregare e il poliziotto ad arrestare. Mentre invece siamo tutti un po’ buoni e un po’ cattivi: i ladri e gli assassini avranno generosi slanci umani, come si sa che esistono preti alquanto pedofili e poliziotti parecchio corrotti. I quali, preti pedofili e poliziotti corrotti, avranno a loro volta qualche lato luminoso e qualche piega dell’animo di impensata sensibilità. Siamo matrioske di chiaroscuri, non monoliti bianchi o neri. Può darsi anche che un assassino abbia un’indole aggressiva e una disinvoltura fisica che gli permettono di reagire istintivamente alla vista di un sopruso, mentre un onesto impiegato dalla vita protetta, bravo padre di famiglia per cui il massimo della violenza è aver visto i film di Bud Spencer, fuggirà via sconvolto con la coda tra le gambe. Siamo impasti di criminalità ed eroismo, moralità e vigliaccheria, rettitudine e meschinità. L’ha capito bene il cristianesimo, che ci invita a non giudicare. Casomai a cercare di capire. E a perdonare. L’aveva intuito anche Mao Tse Tung, quando diceva “Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente”.      

 

Fabio Canessa

Preside del Liceo Olistico Quijote

 

BUONI E CATTIVI – Editoriale di Fabio Canessa

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