I libri di carta sono belli. Da guardare, da sfogliare, da esporre, da tenere in mano. Tutto sommato sono pure abbastanza comodi per essere letti. Non si può fare di meglio disse Umberto Eco, come per la ruota o per il cucchiaio. Ma una cosa è guardare il libro, sfogliarlo, esporlo su uno scaffale, portarselo in giro. Diverso è leggerlo. E se vuoi leggere, con l’e-reader è meglio. Questo non è in discussione. Intanto personalizzi l’esperienza di lettura eliminando eventuali problemi di grandezza dei caratteri e di antipatia rispetto a certi font; puoi leggere sia sotto il sole a picco di ferragosto che di notte al buio senza accessori che schermino o facciano luce. È maneggevole e in meno di 150 grammi ti porti in vacanza, ma anche solo sul divano di casa o al gabinetto, centinaia di titoli (e la possibilità di acquistare quello che ti piace con un clic); non perdi il segno, annoti tutto quello che vuoi come vuoi, evidenzi, puoi ricercare una parola, il suo significato e l’etimologia. È talmente semplice che riesce a usarlo anche mia mamma, che ha più di ottant’anni e in questo modo ha ripreso a leggere. Sì certo, sentire il profumo delle pagine ha il suo fascino, ma è un po’ come la nostalgia della puzza di escrementi di cavallo che si respirava nei villaggi e nelle città prima che arrivassero le automobili (e lo smog); è vero pure che le librerie e i librai come li abbiamo conosciuti dovranno riconvertirsi oppure scomparire come è successo a mio zio che sviluppava foto da pellicola e diceva che il digitale era un’americanata. A naso direi che tra i cartacei resisteranno ancora un po’ i libri a fumetti e gli illustrati mentre non scompariranno quelli fotografici. La strada sembra segnata e credo che opporsi sia vano. Se poi c’è qualcuno che non si rassegna e vuol interpretare il nobile ruolo di ultimo giapponese resistente nella giungla faccia pure. Il nemico è alle porte e io mi sono già arreso.
Gianni Stocchino
(Filmnauta di Stato)
COGLI L’ATTIMO
A me la strada sembra segnata e credo che opporsi sia vano. Se poi c’è qualcuno che non si rassegna e vuol interpretare il nobile ruolo, di ultimo giapponese resistente nella giungla faccia pure. Il nemico è alle porte e io mi sono già arreso.
da un cinegiornale del 1960