Quando mi alzo al mattino, di solito il giorno non è ancora pronto. Sono io che lo sveglio con il rumore dei miei gesti d’abitudine. E quando finalmente apre gli occhi, trova il mio viso amico ad aspettarlo. Sono io ciò che gli accadrà oggi e non sa cosa lo aspetta, cosa ho in serbo per lui.
Vivo dentro una strana metafora che vuole farmi credere che esista un destino, un oggi già scritto; Invece ogni giorno sono pronta a forgiare col mio fiato quel sole incandescente come fosse vetro, a dare io la forma a tutto ciò che accade, a decorarmi la vita come voglio. Avanzo a lungo e con spavalderia ma vengo fermata di colpo. All’improvviso qualcosa non dipende da me: il male, buio e pazzo, come scheggia di vetro che fa sanguinare. Allora chiamo a raccolta tutti i miei giorni più belli, colorati e trasparenti. La loro luce mi consente di vedere nell’oscurità, non tutto è andato in pezzi, posso ancora plasmare ciò che resta.
Divengo amica anche di questo giorno. E solo tra amici si può stare in silenzio, dopo cena, quando la conversazione si spegne, ed io, stanca Regina di me stessa, finalmente abdico, e lascio che il suo riposo sia il mio.
Genny Pignataro Atzeni
(Rabdomante ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Quel che resta del giorno (1993) diretto da James Ivory, tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro, con Anthony Hopkins e Emma Thompson