Uno dei pittori che più amo è Gustave Caillebotte. La sua modernità, umanità e attenzione per le ombre ne hanno fatto uno dei miei pittori impressionisti preferiti.
Girando ieri per una mostra a lui dedicata, più che i quadri famosi che già conoscevo, a colpirmi è stato un piccolo quadro, messo in disparte: Il ritratto di Jean Daurelle.
Il Signor Daurelle lavorò come maggiordomo per tutta la sua vita presso la ricca famiglia Caillebotte. Lo stato di grande agiatezza del pittore gli consentì di poter vivere anche senza vendere i suoi quadri. Infatti, un numero cospicuo di essi, tutt’ora giace nelle sale dei suoi discendenti o appesi ai muri di amici e conoscenti a cui Gustave ne faceva dono.
Anche il ritratto di Daurelle era stato regalato al maggiordomo.
Con il passare degli anni, i quadri di Caillebotte hanno sempre più acquistato valore e sono stati esposti nei musei più prestigiosi di tutto il mondo. Anche dopo la sua morte, anche dopo la morte del maggiordomo.
La famiglia del Signor Daurelle, nonostante le offerte, per oltre un secolo, non ha mai pensato di vendere il ritratto del padre, poi del nonno e infine del bisnonno. Pur essendo tutto fuorché una famiglia facoltosa, per loro quel quadro era più di un assegno circolare a sei zeri. Era un ricordo.
Nel 2019 il Museo D’Orsay di Parigi fu avvisato di un lascito di una anziana signora. Quando l’incaricata del Museo si recò nell’appartamento dell’anziana deceduta, trovò una dimora semplice e modesta. La carta da parati fuori moda, il mobilio ordinario, le tende chiuse su una casa popolata da, come le avrebbe definite Gozzano, “buone cose di pessimo gusto”. Alle pareti della sala, come fotografie di famiglia, solamente tre quadri, tre dipinti di Caillebotte e nella camera da letto, vicino alla televisione, sopra il termosifone, due pastelli del famoso pittore del valore di milioni di euro. Tra questi dipinti, il ritratto del bisnonno Jean Daurelle. Infatti, l’anziana altro non era che la pronipote del maggiordomo, la Signora Marie Jeanne Daurelle che, avendo capito che la fine era vicina, non avendo eredi a cui passare come un testimone le memorie di famiglia, aveva deciso senza clamori e proclami di regalare i suoi ricordi al Museo d’Orsay.
In giorni in cui tutto sembra in vendita, e tutto sembra avere un prezzo, quel maggiordomo e tutti i suoi discendenti, hanno mostrato che così non è. Non tutto è in vendita e non tutto si può comprare.
Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)
“In giorni in cui tutto sembra in vendita, e tutto sembra avere un prezzo, quel maggiordomo e tutti i suoi discendenti, hanno mostrato che così non è. Non tutto è in vendita e non tutto si può comprare.” Da IL MAGGIORDOMO – Editoriale di Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)