IL NATALE DELLA RESPONSABILITÀ


Editoriale del 22 dicembre 2020

Mi sembrano ridicoli tutti quelli che dicono che il decreto legge non è chiaro, che non si capisce che cosa si può o non si può fare, che se il governo autorizza a uscire allora non bisogna stupirsi se la gente esce e altre gratuite stronzate del genere. Se parlano in buona fede sono grulli. Meglio che siano in cattiva fede, visto che si sa che la politica è come il calcio e i tifosi non cambiano squadra perché c’è il virus. Io ho capito che l’indicazione è quella di uscire il meno possibile, di incontrarsi con gli altri il meno possibile, di usare sempre le mascherine e mantenere sempre il distanziamento. Poi, siccome il mondo è tondo e la realtà complessa, per venire incontro alle varie esigenze del popolo si è cercato di sfumare le norme con un’articolazione inevitabilmente discutibile. Operazione rischiosa, come dimostra il cartografo di Borges che, per aderire più precisamente alle dimensioni dell’orbe terraqueo, creò una carta geografica della Terra in scala 1:1 con cui la impacchettò. E se il Coronavirus ha la variante inglese, le varianti dei deficienti sono infinite. Non si può uscire dal Comune: e com’è che se io sono di Roma posso girare per 40 chilometri e se abito a Borgo Tre Case rimango chiuso in 100 metri? Secondo loro, la legge avrebbe dovuto dividere le metropoli in quartieri oppure assemblare tutti i piccoli comuni fino a dividere equamente l’Italia in fette delle dimensioni di Roma o Milano. Facciamo i furbi, divertendoci a fare le pulci alle virgole dei Dpcm, fingendo di non avere capito che l’unica arma contro il virus è la responsabilità. Questo è il Natale della responsabilità. La nostra epoca è quella della responsabilità. Non retoricamente per la difesa dall’epidemia, ma in tutti i campi. Per esempio, la responsabilità del telecomando: su Disney+ c’è “Soul”, il nuovo capolavoro della Pixar, Sky on Demand e Netflix hanno un serbatoio di film e serie tv da poterci studiare la storia del cinema. Meglio ancora i canali gratuiti: oggi alle 18 su Rai5 ci sarà un concerto in diretta da Torre del Lago con le musiche di Puccini, su RaiPlay lo splendido “Barbiere di Siviglia” rossiniano con la regia di Martone dal Teatro dell’Opera di Roma, RaiStoria sprizza intelligenza da tutto il palinsesto. Non c’è mai stata un’epoca in cui l’arte e la cultura siano state così a portata di fruizione. La nostra tv è uno scrigno pieno di tesori ma, come in tutti i posti al mondo, ci sono giustamente anche il cesso e le latrine. Così possiamo passare in rassegna su RaiPlay la filmografia di Fellini e Bergman oppure ristagnare nelle squallide fogne di SkyRomance, imparare un sacco di cose da Alberto Angela e SkyArte oppure regredire allo stadio mentecatto del Grande Fratello Vip. È sempre una questione di responsabilità. Che figura farei se dicessi che un programma come “Uomini e donne” fa schifo ma lo seguo sempre perché d’altra parte permettono di trasmetterlo e dunque non c’è niente di male se lo vedo però non dovrebbero trasmetterlo perché è una schifezza? Buon Natale Responsabile.
Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote)

“La nostra epoca è quella della responsabilità. Non retoricamente per la difesa dall’epidemia, ma in tutti i campi. Per esempio, la responsabilità del telecomando.”
Da IL NATALE DELLA RESPONSABILITÀ – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote)

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