Racconta Robert De Boron nel suo straordinario poema, Merlin de Caledonie, che Merlino, figlio del diavolo e di una buona vergine, venne da sua madre consacrato al Dio dei giusti, grazie alla cui benedizione usò per nobili fini le arti dell’inferno. Ma nel suo romitaggio, incontrò la donna del lago, Viviana e, invaghitosene, le insegnò tutte le sue arti magiche. Ma la donna se ne valse per chiuderlo con inganno nella tomba incantata che egli stesso predispose per accogliere i loro corpi corruttibili. Lì chiuso sino al giorno del giudizio urla al mondo le sue inutili profezie.
Questo racconto francese del duecento è in realtà simbolo e metafora dell’essere umano. Che combatte l’eterna lotta interiore che divide il suo cuore fra bene e male fino poi a trovarsi perduto, vittima innocente dell’altrui inganno. Leggo e rileggo questo poema per ricavarne impossibili dettami morali e mi arrovello, e mi arrotolo cercando ragioni diverse, diversi orizzonti concettuali. Ma tutto è inutile. Tutto è vano.
E la magia vera è il mio interiore spavento.
Raimondo Bruno
(Magonauta di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
Nascita di un lago (1977) di Angelo Branduardi è un brano tratto da La pulce d’acqua
IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA