L’immobile viaggiatore giace sulla panchina della stazione, il capo riverso, innaturale, sulla propria spalla. Sullo sfondo viaggiatori inebetiti nell’inconcepibile visione. Alcuni sono in partenza e altri arrivano, ma nessuno è curioso di conoscere il suo vero destino.
Cosa è morto e cosa è vivo in questa sala d’aspetto?
Un monaco buddista si avvicina, gli stringe una mano, in segno d’accoglienza, e con l’altra mette in ascolto il suo cuore, per assorbire l’ultimo flusso del ‘qi’.
“Non so a che punto sia del tuo viaggio, forse questa stazione è solo un punto di passaggio della tua traiettoria. Raccolgo l’ultima flebile inerzia del tuo copro, per muovere tutto ciò che ti circonda, e ridare vita ai viaggiatori senza meta”.
Mi fido del monaco: il suo sguardo è pacifico, lui ha sempre guardato alle cose con lo stesso rispetto degli uomini, e ora questi corpi sono cose tra le altre cose.
Alessandro Chessa
(Econofisico di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Amici miei (1975) diretto da Mario Monicelli