Questo non è un editoriale. La panzana settimanale, stavolta, è nel video. È andata che il giovane editor Maurizio Carta s’è preso sul groppone tre anni di avventure e reportage, inchiodati istante dopo istante da una manciata di fotografie, e li ha montati. Gli specialisti storceranno il naso per l’immagine della polizia londinese in carica di bufali, o per i bambini siriani chiusi come pecore fra le transenne di un camion in corsa sulla valle della Bekaa in Libano, mentre vengono condotti nei campi di patate, scattata dentro un pulmino maleodorante e zeppo. O per altre cose che nemmeno vedo. Ma io non sono un fotografo. Scrivo, a mala pena. La colonna sonora scelta non poteva che essere “Sidùn” di Fabrizio De Andrè, disperato monologo di un padre avvinghiato al figlio morente durante l’invasione israeliana in Libano del 1982. Nel magico dialetto genovese racconta anche della civiltà dei fenici, sbocciata a Sidone (in diverse foto nel reportage)e insanguinata dalla modernità. Andate a leggere la traduzione. “Per favore, racconta di me come di un poeta” chiese striminzito e glabro dal cancro all’amico Paolo Villaggio. Cèline e Hemingway sono i maestri citati nella quarta di copertina. L’attrezzo usato è una vecchia Canon 1D Mark II, mezzo devastata nell’aspetto all’acquisto, avvenuto a Piccadilly Circus con 400 sterline sgranate allo stipendio di cameriere. Frequentavo il master in giornalismo a Londra ed ero velleitario. Spero di rimanere tale. In quei giorni esplodeva la primavera araba e io sgusciavo dal ristorante appena potevo per unirmi ai casini di strada davanti alle ambasciate. Con il resto vi ho fracassato le palle negli anni. “Se la morte è un mare, lo vedi, mi ci butto vestito”. Questo è il Chisciotte di Fossati. Vorrei fosse vero per tutti noi: i potenti che avvelenano i pozzi della storia se la farebbero nei pantaloni. Buona visione.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
COGLI L’ATTIMO
Luca Foschi’s Reportage