A Cannes arriva in concorso “Parthenope” di Paolo Sorrentino, la critica italiana si spertica in lodi spassionate, quella internazionale invece lo stronca (esemplare l’analisi di Peter Bradshaw sul Guardian, che definisce il film “la parodia di se stesso”) e la giuria lo ignora. Nella rosa delle opere che l’Italia sta per presentare agli Oscar c’è “Parthenope”, la critica italiana si dice sicura che il candidato sarà il film di Sorrentino e invece la nomination va a “Vermiglio”. Ora “Parthenope” esce nelle sale in 530 copie, un record assoluto per un film italiano (i cinema in Italia sono 1231), con una campagna stampa senza precedenti (campeggia sulle copertine di tutte le riviste, dal Venerdì di Repubblica in giù, mentre Sorrentino lo pubblicizza ovunque, intervistato da Mara Venier, Fabio Fazio e compagnia promuovente), la critica si spella le mani dagli applausi (“sguardo incantato”, “stupore spielberghiano”) e invece incassa molto meno di “Venom the last dance”, che di sale ne ha 405 (cioè 125 di meno) ed è stato demolito da tutti i critici, che ora se la prendono col pubblico, così ignorante da preferire un “confuso” e “noioso” blockbuster a un capolavoro dell’arte cinematografica. Anch’io sono stupito, ma per il motivo opposto: non capisco come un film così irrimediabilmente brutto, lui sì confuso e noioso, vuoto e pretenzioso, autocompiaciuto e irritante come “Parthenope” sia riuscito a incassare così tanto. Prevediamo che si sgonfierà subito con il passaparola del pubblico, ma già essere arrivato a 2 milioni di euro è un miracolo del marketing e del mito di un regista ormai sempre più ripiegato nelle proprie sceneggiature imbarazzanti farcite di immagini estetizzanti, che stavolta riesce nella difficile impresa di far recitare male anche Gary Oldman e Stefania Sandrelli. Al contrario il terzo Venom, assai inferiore al primo e assai superiore al secondo, pur non essendo tra i migliori film Marvel e certo molto diverso dal cinema di Bergman o di Kubrick, è un fumettone spettacolare avvincente e ironico, un vero spasso, spronato a gran ritmo dall’ottimo Tom Hardy e dagli effetti speciali, perfetto per passare una serata piacevole con tutta la famiglia. Chi ci andrà si divertirà. Invece per tutti gli spettatori che, trascinati dall’entusiasmo di critici che spero in malafede (se davvero fossero entusiasti sarebbe peggio) o dalla martellante campagna pubblicitaria, pagheranno il biglietto in sala, la visione di “Parthenope” sarà un altro vigoroso colpo di piccone per il cinema italiano.
Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)
“Al contrario il terzo Venom, assai inferiore al primo e assai superiore al secondo, pur non essendo tra i migliori film Marvel e certo molto diverso dal cinema di Bergman o di Kubrick, è un fumettone spettacolare avvincente e ironico, un vero spasso, spronato a gran ritmo dall’ottimo Tom Hardy e dagli effetti speciali, perfetto per passare una serata piacevole con tutta la famiglia.” Da LA CRITICA ALLA ROVESCIA – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)