LA DICOTOMIA DI CREMONINI


Editoriale del 18 ottobre 2021

Verso la fine del secolo scorso, durante una puntata della trasmissione televisiva di Vittorio Sgarbi intitolata “A regola d’arte”, della quale ero autore e regista, il pittore Leonardo Cremonini con una felicissima intuizione divise gli artisti in due categorie: applicati e implicati. Gli “applicati” sono quelli che, appunto, applicano il loro talento alla ricerca del successo personale e alle richieste del mercato; gli “implicati” invece usano l’arte per scandagliare il mistero della loro esistenza. Per esempio, possono essere definiti “applicati” artisti come Jeff Koons e Banksy che, con la accattivante “luccicanza” dei palloncini metallici il primo e con la sapiente gestione strategica dei suoi graziosi stencil il secondo, hanno conquistato uno spazio molto importante nel mercato diventando dei veri brand. L’elenco degli artisti applicati potrebbe proseguire all’infinito mentre quello degli “implicati” che hanno raggiunto una grande fama è molto più corto. Anche di questi ultimi cito solo due esempi emblematici: Paul Klee che continuava a trovare nei suoi acquerelli la felicità dell’infanzia anche mentre un’implacabile sclerodermia lo stava uccidendo, e Frida Kahlo che, con una pittura sorridente e feroce, seppe raccontare tutti gli incendi della sua vita difficile.
Con la dicotomia di Cremonini si può giocare applicandola a qualsiasi arte: alla poesia (Pablo Neruda “applicato”, Federico Garcia Lorca “implicato”), alla canzone (Jovanotti “applicato”, Paolo Conte “implicato”), al cinema (Tim Burton “applicato”, Federico Fellini “implicato”), allo sport (Cristiano Ronaldo “applicato”, Diego Armando Maradona “implicato”), alla danza (Roberto Bolle “applicato”, Michail Baryšnikov “implicato”), alla letteratura (Grazia Deledda “applicata”, Giovanni Verga “implicato”), all’architettura (Zaha Hadid “applicata”, Frank Lloyd Wright “implicato”) e così via. Adesso, invece di perder tempo a contestare le mie confutabili scelte, create i vostri abbinamenti; è un esercizio salutare che può rendere molto più affascinante la percezione delle opere d’arte.

Filippo Martinez (Storico dell’arte)

“Adesso, invece di perder tempo a contestare le mie confutabili scelte, create i vostri abbinamenti; è un esercizio salutare che può rendere molto più affascinante la percezione delle opere d’arte.”
Da LA DICOTOMIA DI CREMONINI – Editoriale di Filippo Martinez (Storico dell’arte)

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