LA OPPRIMENTE RETORICA DEL DIVINO


Editoriale del 23 dicembre 2019

“Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei Cieli”, questo passaggio dal discorso della montagna di Gesù viene spesso inteso come sacra apologia della tranquilla mediocrità. Se così fosse il Paradiso sarebbe un luogo mortalmente noioso, da evitare con cura. Un luogo certamente precluso a tre artisti contemporanei di area surrealista: Max Ernst, Luis Buñuel e Lorenzo Lotto; pittore e scultore tedesco naturalizzato francese il primo; regista spagnolo il secondo; pittore italiano il terzo. A differenza di George Rouault, pittore decorativo sconsideratamente considerato uno dei maggiori pittori di arte sacra del ‘900, i tre sono classificati come eretici. E, rispetto alla religiosità convenzionale dei “poveri di spirito”, in effetti lo sono. Prendiamo in considerazione un’opera emblematica per ciascuno di loro: il dipinto “La vergine sculaccia Cristo” di Max Ernst, il film “La Via Lattea” di  Buñuel e il dipinto intitolato “Annunciazione” di Lotto. Nel primo, come racconta il titolo, la Madonna punisce vigorosamente il bambin Gesù per una marachella; dal film di Buñuel invece estrapoliamo la sequenza nella quale Maria dice a Gesù che sta per insaponarsi le guance: “Non raderti, stai molto meglio con la barba”, e il figlio ubbidisce buttando via l’acqua del catino; nell’“Annunciazione”, infine, vediamo irrompere un angelo biondo dal sesso giustamente indefinibile che, brandendo un giglio, saluta Maria mentre in alto, da una nuvola che funge da praticabile, Dio – con barba e baffi bianchi regolamentari – solleva il braccio sinistro con un gesto più minaccioso che benedicente. Queste tre opere cercano meritoriamente di liberare la Madonna dalla opprimente retorica del divino che l’ha sempre perseguitata. Delle tre la più moderna è forse l’Annunciazione. Lorenzo Lotto con humor garbato pone al centro un gatto spaventato mentre la Madonna, in questo caos teatrale, risucchia nel dipinto lo spettatore con uno sguardo perplesso come a chiedergli “ma che cavolo sta succedendo?”, anticipando così di circa 30 anni l’effetto didascalico degli specchi di Pistoletto.

 

Filippo Martinez

(Storico d’arte contemporanea)

 

“Dal film di Buñuel invece estrapoliamo la sequenza ove Maria dice a Gesù che sta per insaponarsi le guance: “Non raderti, stai molto meglio con la barba”, e il figlio ubbidisce buttando via l’acqua del catino”. Da LA OPPRIMENTE RETORICA DEL DIVINO – Editoriale di Filippo Martinez (Storico d’arte contemporanea)

« Archivio »

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA