Il distanziamento fisico imposto dal COVID-19 si avvia a diventare un ricordo. Prendete i viaggi in aereo: fino a ieri su ogni volo potevano imbarcarsi pochissimi passeggeri, ben lontani l’uno dall’altro. C’era una ragione precisa: la maggior parte delle infezioni respiratorie, COVID-19 incluso, si contrae più facilmente attraverso contatti ravvicinati. Poi, d’incanto, non appena tutte le compagnie aeree hanno minacciato il fallimento, ecco che si può tornare a viaggiare come prima: gomito a gomito con uno sconosciuto sudaticcio, esposti alla tosse e agli starnuti dei vicini di posto. È cambiato qualcosa? Si. È in corso un tentativo di santificazione dell’aria che si respira negli aerei. Pagine e pagine su tutti i giornali cartacei o online, le sue qualità miracolose erano sinora sfuggite a tutti i comitati tecnici. Cambiata ogni tre minuti, prelevata dal cielo più blu, filtrata come nelle sale operatorie, “sterile al 99,97%”. Quindi, a leggere bene, “non sterile” (il concetto di sterilità è altra cosa) e infatti nelle sale operatorie l’aria, nonostante l’elevatissima efficienza dei filtri, può essere veicolo di pericolosi microrganismi. L’aria santa degli aerei ci permetterà di viaggiare in tutta sicurezza, pazienza per le goccioline di saliva infette dei vicini, nessuno si ammalerà più. Ma perché in aereo si è mai ammalato qualcuno? Provate a chiedere alle compagnie aeree di risarcirvi: il tempo di incubazione del COVID-19 è sufficientemente lungo, e vai a capire se ve lo siete beccati scendendo dal taxi, durante il volo o aspettando la valigia all’arrivo, mentre respiravate, finalmente, una boccata di aria sana.
Marco Schintu (Igienista presso Ufficio pesi e misure di Aristan)
“L’aria santa degli aerei ci permetterà di viaggiare in tutta sicurezza, pazienza per le goccioline di saliva infette dei vicini, nessuno si ammalerà più”
Da LA SANTIFICAZIONE DELL’ARIA – Editoriale di Marco Schintu (Igienista presso Ufficio pesi e misure di Aristan)