LETTERA A UN DEFUNTO


Editoriale del 12 maggio 2016

defunto

Caro Peppino, non so quanto potrà consolarti sapere che gli inquirenti hanno raccolto prove evidenti che all’ospedale hanno venduto il tuo cadavere a un’agenzia funebre. Pare sia una pratica frequente, nessuno aveva mai avuto sospetti. Nemmeno tu, che, aggrappandoti a un ultimo barlume di speranza, chiedevi con gli occhi al necroforo che girava attorno al tuo letto con un abito scuro e un paio di scarpe in mano, se nella bara ci sarebbe stata aria sufficiente per qualche giorno, nel caso ti fossi risvegliato e avessi voluto chiamare aiuto. E invece quello aveva già chiamato i becchini, c’erano poche decine di euro da riscuotere subito. Per dichiararti morto e sigillarti nella bara è bastato che socchiudessi gli occhi per un istante. Là dentro, come speravi,
c’era aria sufficiente per qualche giorno.
Forse hai bussato, ma nessuno ti ha sentito.

Marco Schintu
(Ufficio pesi e misure di Aristan)

Per dichiararti morto e sigillarti nella bara è bastato che socchiudessi gli occhi per un istante. Là dentro, come speravi, c’era aria sufficiente per qualche giorno. Forse hai bussato, ma nessuno ti ha sentito.
(da LETTERA A UN DEFUNTO editoriale di Marco Schintu)
Leverton Bros How to make a Coffin

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