Giovedì, viaggio in treno e penso: sono circa trent’anni che ho scelto l’invisibilità. Questo status ovviamente comporta una serie di problemi: avendo da tempo incarichi pubblici, sono costretto a manifestarmi (riunioni professionali, assemblee politiche, inaugurazioni di strutture pubbliche o private, comunicati stampa, conferenze ecc.). A suo tempo fu mia cura, quindi, quella di scegliermi un alter ego, una controfigura insomma, che mi rappresentasse fisicamente nelle occasioni pubbliche. Ovvio che doveva anche lei essere invisibile, ma a quel tempo non era un gran problema. La mia scelta cadde su una bellissima ragazza; non sto qui a descrivervela per pudore, sappiate però che era bellissima. Parlando farfugliava e diceva cose di poco conto, però aveva uno stupendo sorriso e si muoveva in modo incredibilmente sensuale. Ogni sua comparsa in pubblico era un grande successo. Il problema è che sono passati trent’anni. Ormai è una signora di mezza età, ha perso il suo fascino e non ha compensato la perdita con nuove qualità intellettuali. Non ho però il coraggio di sostituirla e comunque dubito di trovare oggi altri invisibili che possano assumerne il ruolo.
Pietro Serra
(Capitano medico, ambasciatore di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da La donna invisibile (1969) diretto da Paolo Spinola e interpretato da Giovanna Ralli, Carla Gravina