NIENTE LETTONE, SIAMO PROGRESSITI!


Editoriale del 18 agosto 2019

La storia, si sa, passa anche attraverso il costume. Tanto del nostro passato ci viene svelato dallo studio delle abitudini quotidiane, anche quelle che a prima vista eludono l’interesse scientifico e paiono insignificanti. Hilary Hinds, professoressa di letteratura, si è accorta che nella gran parte dei libri che analizzava ricorreva un dettaglio: l’abitudine per le coppie sposate di dormire nella stessa stanza ma in letti separati, usanza che è stata interpretata come segno di freddezza coniugale e retaggio, nei paesi anglosassoni, di valori (e tabù) tipici dell’età vittoriana. Solo di recente si è invece compreso che la distanza fisica nel sonno non era legata a questioni di morale o di pudore ma a considerazioni di ordine “medico” in senso lato: i doppi letti rigorosamente separati, venivano giudicati essenziali per evitare il contagio di malattie, la condivisione di germi e tossine e, fatto ancora più interessante, per prevenire un eventuale “assorbimento di energie” da parte del soggetto più forte a discapito di quello più debole. Gli archivi hanno restituito una serie di report su casi di studio che oggi fanno sorridere: la nonna, robusta e prevalente, che sottrae forza vitale al nipotino con il quale condivide il letto, con il piccolo che riprende forza e colorito appena isolato durante il sonno. Così per mariti e mogli, queste ultime private di forza e carica vitale mica dalla vita casalinga e dalle incombenze della casa e dei figli ma dal respiro vampirico dei coniugi. Con il Novecento la tradizione aveva già assunto un connotato politico: dormire in letti separati era sinonimo per la media borghesia urbana di mentalità progressista e di emancipazione. A partire dagli anni Cinquanta i primi dubbi sulla fondatezza della teoria. In Norvegia i letti matrimoniali non sono altro che due singoli accostati, ciascuno dotato di lenzuola e coperte separate. Niente credenze pseudo mediche questa volta, ma il segno del pragmatismo dei tempi. In questo modo ciascuno può scegliere spessore e consistenza del materasso e delle coperte, senza allontanarsi dal coniuge ma mantenendo autonomia nei movimenti e nelle abitudini. Altrove, dove il capitalismo ha esasperato la priorità dell’individuo, per esempio negli USA, la metà delle coppie sposate sceglie di dormire in stanze separate. Niente più discussioni su temperatura, luci, peso delle coperte. Niente più tappi per le orecchie, sveglie programmate a orari incompatibili, insonnia e risentimento. Intanto in Italia il problema non si pone: la metà dei bambini si addormentano nel letto dei genitori (solo il 39 vi trascorre tutta la notte). Il che smentisce la teoria secondo la quale il soggetto più forte sottrae nel sonno energie ai più piccoli. Basta guardare in faccia in genitori al mattino per capire che sono i figli a vampirizzarne le forze nel sonno.

Eva Garau (Precaria di Aristan)

negli USA, la metà delle coppie sposate sceglie di dormire in stanze separate. Niente più discussioni su temperatura, luci, peso delle coperte. Niente più tappi per le orecchie, sveglie programmate a orari incompatibili, insonnia e risentimento (da NIENTE LETTONE, SIAMO PROGRESSITI! – Editoriale di Eva Garau)

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