IL12°UOMO
L’etica attraverso il calcio
Si possono tenere delle vere, profonde lezioni di etica e di estetica parlando di calcio? Sì, è possibile. Da questo sabato 15 settembre alle 14:00 , per tutti i sabati, Anthony Weatherhill – coadiuvato da Carmelo Pennisi – lo dimostrerà puntualmente sul sito e sulla pagina facebook dell’Università di Aristan.
I NOSTRI LEONI: UN RISARCIMENTO PER IL CINEMA ITALIANO
Editoriale del 11 settembre 2018
Tutti i critici cinematografici hanno scritto ieri quanto siano dispiaciuti e stupiti che i film italiani siano usciti a mani vuote dalla premiazione di Venezia. E si chiedono sgomenti il perché. La risposta è semplice e gliela diamo noi: perché i film italiani, quelli in concorso e quelli no, erano tra i più brutti di una selezione dalla media molto buona. Facciamo tre esempi, anche per bilanciare gli entusiasmi esagerati (chissà se in mala fede o in mala critica) espressi dalle recensioni unanimemente positive (dei critici italiani, di quelli stranieri no). Premiandoli, almeno qui, con i nostri Leoni. Però, quando usciranno in sala, voi statene alla larga…
Leone Bischero
CAPRI REVOLUTION di Mario Martone
Doloroso infortunio di Mario Martone, che smarrisce la trebisonda nella Capri del 1914. Dove una pastorella analfabeta si invaghisce di un pittore hippy ante litteram, si unisce alla sua comunità new age e nudista, abbandona la famiglia e non dà ascolto al giovane medico, un marxista sostenitore del primato della scienza. Ingessato dal forte impianto allegorico, per cui a ogni personaggio corrisponde un’ideologia, il film non si scioglie né sul piano narrativo né su quello lirico. Anzi, suona fasullo per l’ambientazione idilliaca e ripulita, per la recitazione opaca e per gli sviluppi improbabili della imbarazzante sceneggiatura.
Leone Antipatico
I VILLEGGIANTI di Valeria Bruni Tedeschi
Ecco un film che è stato girato solo perché si poteva girarlo. La Bruni Tedeschi mette in scena se stessa, sua madre e i suoi amici (fossimo volgari diremmo “i cazzi suoi”) in una sorta di commedia autobiografica e autoironica. In una bellissima villa sul mare tenta di orchestrare un film corale alla Altman, ma non ci riesce proprio per nulla. Gli attori sono di prima fila, ma la sceneggiatura si riduce a un insopportabile birignao e la povertà di idee genera un film autoindulgente, petulante e completamente inutile. Privo di spessore quanto di spirito, non diverte né fa pensare. Anzi finisce per irritare.
Leone Putrefatto
SUSPIRIA di Luca Guadagnino
Più che il rifacimento, è il disfacimento del capolavoro di Argento. Un horror che dura più di due ore e mezza senza mai fare paura non è un horror. Infatti si tratta di un pasticcio indigesto e pretenzioso, un esercizio di stile autocompiaciuto, che prende le streghe danzanti come pretesto per almanaccare su nazismo e comunismo, femminismo e terrorismo. Tutto però naufraga nel kitsch, senza ombra di mistero, magia o tensione. L’abilità tecnica del regista e la sontuosità della messinscena rivestono un prodotto di cattivo gusto, gonfio di ambizione e vuoto di tutto il resto.
Fabio Canessa (preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan)
nostro inviato alla 75esima mostra del cinema di Venezia
Leone Putrefatto a SUSPIRIA di Luca Guadagnino (da I NOSTRI LEONI: UN RISARCIMENTO PER IL CINEMA ITALIANO, editoriale di Fabio Canessa)