Chissà cosa penserebbe Di Maio se si rendesse conto che gli arzigogoli del discorso sul reddito di cittadinanza e le minuzie che ne regolano -per ora ipoteticamente – l’uso, risvegliano all’improvviso dibattiti filosofici sopiti dagli anni Ottanta, rinfocolando vecchi attriti. Liberalismo e comunitarismo, neutralismo e perfezionismo, socialismo e capitalismo, sapientemente mescolati in un confuso “tutti contro tutti”. Lo Stato come scatola vuota, invece no, lo Stato come garante di princìpi di giustizia minimi, lo Stato interventista, oppure ingoiato dal mercato. Uguaglianza v. pari opportunità. Tra tutte, la nozione di moralità applicata agli acquisti. Immagino un collegio di probiviri a cesellare i casi specifici, a delineare la linea tra necessità e piacere. La letteratura in materia non manca. Il giusto mezzo come virtù suprema? La Nutella no, decisamente voluttuosa, ma una modesta marmellata di arance? Potranno le classi subalterne ingollare senza sensi di colpa una pizza alla carlofortina ma con aggiunta di cipolla e salsiccia, rivendicando il diritto alla goduria in nome delle passate privazioni? Sarebbe il colpo fatale agli avversari dell’affirmative action, il trionfo della giustizia commutativa su quella distributiva. Per gli altri una margherita, ma entro scadenza. Un’iniezione di denaro per le piccole e medie attività commerciali, dice. Ma questa supposta liberal-socialista – il Frankenstein tra Hayek e Keynes – che dovrebbe con una fava pigliare due piccioni (allentare la pressione sociale e irrobustire l’economia) non ammette il princìpio cardine del capitalismo: l’accumulazione. Il resto di pane, patate, riso e verdura non diventerà mai un televisore. Il popolo reclama un abbonamento al calcio in TV, un weekend alle terme o, in alternativa, la sfida dell’all you can eat in chiave asiatica a cadenza bisettimanale. I libri sono morali? Il cinema? Inutile risparmiare su pollame e pomodori pelati: al teatro lirico a vedere il balletto non ci vai. Me li vedo gli amanti del genere esibire timidamente la tessera sanitaria e venire investiti dallo sguardo morale del padre-Stato nella persona di irreprensibili hostess infiocchettate. E una lezione di tennis? Niente mi sembrerebbe più morale. Ci saranno manifestazioni di piazza. Il popolo è allo stremo, il popolo ha bisogno di godere.
Eva Garau (Precaria di Aristan)
https://youtu.be/4T-LSZRFxM0
Il popolo è allo stremo, il popolo ha bisogno di godere (da PANE V. BRIOCHES – Editoriale di Eva Garau)
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