“Come va?” – “Tutto bene?” – “Ti stai adattando?”. Domande che si fanno quando qualcuno è andato da poco in pensione.
Perché si dice che l’abbandono del costante impegno lavorativo può creare un senso di inutilità, un’allungamento delle giornate, l’incapacità di riempire gli ozi. Molti per arrivare preparati a questo disagio, timbrano il cartellino o lo fanno timbrare da un collega e vanno a fare altro.
Senza contare che da pensionati si passa più tempo in casa con aggravio di convivenza con la propria moglie.
Tutti gli interessati negano i contraccolpi, esagerano i benefici della nuova condizione, qualcuno arriva a dire che sta respirando meglio, che va meglio di corpo, non ha più mal di testa. Ci sono anche quelli che finalmente possono dedicarsi a una grande passione trascurata, senza avvertire le difficoltà dell’età. Ormai si va in pensione talmente in tarda età che rimangono pochi anni di forma fisica per dedicarsi al tennis o al calcetto o a qualche altro sport.
Qualcuno arriva a dire, in pieno depistaggio: “Finalmente posso dedicarmi a mia moglie”. E la moglie, dopo un mese, gli chiede se secondo le nuove leggi in materia può chiedere di rientrare al lavoro. La famosa prorogatio, che viene sfruttata da chi ha lavori non faticosi che danno un certo prestigio.
Qualcuno ha un pezzo di terra e va a coltivarlo, rimettendoci un sacco di soldi per la benzina, per gli attrezzi nuovi nuovi, per l’acqua e i concimi.
Ci sono anche quelli che appena vanno in pensione si mettono a scrivere libri. Hanno coltivato l’urgenza calda calda per tutta la vita e finalmente possono dedicarsi alla letteratura.
Il contraccolpo reale è che quando uno va in pensione perde l’importanza e il potere che aveva quando esercitava. Lo perde lui e lo perdono i suoi amici.
“Ci penso io, ho un amico che ti può risolvere il dubbio, ti richiamo io”. L’amico invece è andato da poco in pensione, il dubbio te lo risolve di sicuro, ma non il problema.
Una pensione molto ambita è quella d’accompagnamento, ma è meglio, se sono reali e non inventati, non averne i requisiti.
Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)
Quando uno va in pensione perde l’importanza e il potere che aveva quando esercitava. Lo perde lui e lo perdono i suoi amici.
“Ci penso io, ho un’amico che ti può risolvere il dubbio, ti richiamo io”. L’amico invece è andato da poco in pensione, il dubbio te lo risolve di sicuro, ma non il problema.
IL VECCHIETTO DOVE LO METTO – Domenico Modugno