Scappo da Colonia con brutti pensieri. La sensualità delle donne è mistero che sa rendere l’uomo cattivo.
E allora penso ai vecchioni biblici che, bramosi del suo corpo, ricattano Susanna.
Voluttuosa bagnante per Tintoretto.
Cortese per il Caravaggio.
Seducente per Hayez.
Sorpresa per Rembrandt.
Atterrita per Rubens.
Quasi compiaciuta per Sellaer Vincent.
Picasso la fa persino adagiare a pezzi su un moderno letto.
Il mio viaggio alla ricerca del racconto più autentico mi porta a Pommersfalden, in Baviera.
E ora sono qui in un castello con la vera Susanna.
Artemisia Gentileschi l’ha dipinta col pennello incastrato tra l’indice e il medio. Le avevano fracassato i pollici per provare la denuncia contro il suo maestro di prospettiva.
Immortalò tutto il suo disgusto sul viso di Susanna.
Il disgusto per un padre che le chiedeva di tacere e per il maestro che le strappò i vestiti dal corpo e i pennelli dalle mani.
Susanna disgustata.
Artemisia e i suoi vecchioni.
Le storie si confondono. Ma è svelato il trucco.
Artemisia ha dipinto la Susanna più autentica perché ha mangiato il suo dolore. Mi hanno insegnato che niente di vero si può raccontare senza compassione.
Virginia Saba
(Autostoppista ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Provaci ancora, Sam (1972) diretto da Herbert Ross, tratto dall’omonima opera teatrale di Woody Allen. Con Woody Allen e Diane Keaton