REGOLE E PRECAUZIONI


Editoriale del 22 ottobre 2021

I portuali di Trieste hanno cominciato e subito è scattata l’emulazione da altri porti. Non erano pochi, protestavano per l’obbligo del green pass e l’hanno fatto senza la precauzione delle distanze, senza l’uso di mascherine, incuranti e ottimisti, pronti a prendersela con loro stessi in caso di contagio. Ma non lo sapremo mai.
Il vaccino anti covid l’ho fatto, quello che mi hanno dato, sperando di non accusare reazioni e mi è andata bene. Non ho frequentato nessuno, né sono andato in situazioni a rischio e dopo due anni di queste rinunce se vado in un ristorante dove non mi chiedono il green pass non protesto, sono per la libertà di rischio altrui, me ne vado. Sono stanco di sentire i pareri scientifici dei politici che ciurlano nel manico pur di andare contro il governo o far capire che loro rimettono a posto il quadro della situazione. Si mette una regola: una certa cosa non si può fare oltre le otto di sera. Va bene. Anche a me mia madre diceva “Alle otto a casa”. E io mi lamentavo: ”Cosa cambia se rientro alle otto e mezza?”. Mio fratello voleva le nove.
Voglio dire: le regole sono sempre stupide ma chi le vuole definire si illude perché verrà superato da un altro, come succede nelle riunioni di condominio. Il portone va chiuso alle nove di sera e c’è sempre uno che lo vuole alle dieci e un altro alle nove e un quarto. E sono sempre gli stessi. Certo so anche io che certe regole erano eccessive in un caso e troppo morbide in un altro, ma adesso a conti fatti, con tutti i sacrifici che abbiamo fatto debbo rovinarmi il destino per una voglia di ottimismo? Io avrei imposto il vaccino e un green pass ben visibile a distanza da portare sulla giacca, così da evitare chi non ce l’ha. C’è gente che si infarcisce di piercing ornamentali e disdegna di mettersi un segno di riconoscimento salutare?

Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)

“Si mette una regola: una certa cosa non si può fare oltre le otto di sera. Va bene.”
Da REGOLE E PRECAUZIONI – Editoriale di Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)

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