SURGELATI ALLA META


Editoriale del 21 ottobre 2021

Fiorisce il turismo spaziale. Basta pagare e si sale a bordo -anche se si è moribondi- per un viaggio che dura pochi minuti, giusto il tempo di venire sparati in aria, guardare dal finestrino per accertarsi che la Terra è rotonda e rientrare in perfetto orario, come un qualsiasi pacco di Amazon. Non solo questo tipo di viaggio è già diventato routine, ma anche andare su Marte sembra alla portata di tutti, si ragiona su come imbottire i panini per la gita. Meglio dunque cominciare a pensare ai voli interstellari. Per raggiungere un corpo celeste ad anni-luce di distanza però potrebbero occorrere centinaia di anni. Come fare a vivere così a lungo? La soluzione si chiama ibernazione. Non la scelta balzana di qualcuno che decide di farsi surgelare illuso che verrà svegliato tra due o trecento anni in un mondo migliore, quanto, piuttosto, la possibilità di entrare in una sorta di letargo e trovarsi tra qualche secolo su un’altra galassia. Se ne intravede dunque un diffuso utilizzo. Nello spazio ci sarà un traffico di astronavi con a bordo persone dormienti, ibernate e crioconservate. Che gusto ci sarà a essere spediti surgelati su Orione, magari assieme a una provvista di filetti di merluzzo e di spinaci in cubetti, senza nemmeno avere la possibilità di guardare dal finestrino? Non sarebbe meglio sognarla a occhi aperti, la stella Alnitak?

Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

“Fiorisce il turismo spaziale. Basta pagare e si sale a bordo per un viaggio che dura pochi minuti, giusto il tempo di venire sparati in aria, guardare dal finestrino per accertarsi che la Terra è rotonda e rientrare in perfetto orario, come un qualsiasi pacco di Amazon”
Da SURGELATI ALLA META – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

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