Tutti contenti per il sole a pasquetta e le previsioni avverate. Il “meteo” è ormai tra i programmi televisivi seguiti con più attenzione. Qualcuno di voi apre ancora la finestra per sentire le promesse nell’aria? Basta aprire il telefonino, ed ecco la app già installata in automatico vi dice tutto sul futuro del tempo. Se Darwin ci ha tolto i miti del passato, le previsioni meteo ci tolgono i miti del futuro. «Il tempo atmosferico era un potente simbolo delle possibilità di vendetta e di pietà del divino» (Peter Moore, La conquista della meteorologia, Nutrimenti, 20 marzo 2018). Del resto, uno dei fondatori della scienza meteo fu il capitano della nave dove viaggiava Darwin, ma che in modo paradossale ne rifiutava sul nascere la teoria evoluzionistica. Eppure, tutte e due le scienze, del passato e del futuro, sono per un certo aspetto ugualmente rivoluzionarie. Ma, curiosamente, se Darwin fa ancora paura a molti credenti, anche i fondamentalisti, suppongo, guardano le previsioni del tempo senza preoccupazioni teologiche.
Non siamo più ai tempi di Giove Pluvio, dunque, e l’avverbio secondo cui l’avvenire giace sulle ginocchia di Giove andrebbe un po’ aggiornato. Ciò nonostante, pur sapendo tutto su quando pioverà o non pioverà, abbiamo visto l’estate scorsa sfilare processioni a invocare piogge da patroni miracolosi, e annualmente altre processioni sciolgono voti per pestilenze finite con piogge salvifiche.
Nella colonna di Traiano, si fa memoria di un fatto storico: l’esercito romano si trovava accerchiato dai Quadi e in preda alla sete, quando una pioggia ristoratrice lo salvò da morte certa. Per eternare la memoria di questo fatto, Giove Pluvio fu scolpito come figura alata dalle cui ali gronda la pioggia benefica. Il linguaggio religioso non è cambiato dai tempi di Traiano? In fondo, no, e mi chiedo se e come dovrebbe cambiare in tempi senza mitologia. A condizione che i credenti capiscano e facciano capire che il linguaggio religioso non è quello della “dichiarazione” dei redditi, ma quello della “comunicazione” di speranze, possibili e impossibili.
E mi chiedo, Signore,
se i dogmi non siano sogni
scambiati per scontrini.
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
Ciò nonostante, pur sapendo tutto su quando pioverà o non pioverà, abbiamo visto l’estate scorsa sfilare processioni a invocare piogge da patroni miracolosi, e annualmente altre processioni sciolgono voti per pestilenze finite con piogge salvifiche (da Salmo 132 SE GIOVE PLUVIO … – Editoriale di Antonio Pinna)
DA GARCIA LORCA A VASCO ROSSI – Corso di poesia contemporanea 2018
La fluttuante città di Aristan e la sua Università propongono un nuovo corso di Poesia contemporanea tenuto da Filippo Martinez e intitolato DA GARCIA LORCA A VASCO ROSSI. Come s’intuisce già dal titolo in queste lezioni non saranno somministrati gli sdilinquenti sospiri libreschi degli opinabili “poeti” di questi anni (quelli citati saranno pochi e ottimi) ma, liberalizzando il concetto di poesia, verranno prese in considerazione le manifestazioni poetiche più varie (dal cinema alla canzone, dalla pittura alle scienze, dal teatro alla pubblicità, dalla cronaca al fumetto, dalla satira, alla filosofia, dai social allo sport ecc.).
Le lezioni saranno 7 e dovrebbero tenersi a partire da mercoledì 18 aprile alle 19,15 (la data la confermeremo per tempo) presso una sala del College Universitario di S. Efisio in via Monsignor Cogoni, traversa di via Cadello, a Cagliari. Per quanto sarà possibile cercheremo di tenerle sempre nei primi giorni della settima.
Per le prenotazioni o per qualsiasi informazione scrivere a segreteria.aristan1@gmail.com oppure telefonare al 338 8933196.