Secondo un detto della tradizione ebraica, se tu in giorno di sabato stai semplicemente passeggiando e godendo della tua vigna, e a un certo punto noti per caso un’apertura nella siepe di recinzione, e se a quel punto pensi «Domani lo aggiusterò»: ebbene, stai già violando la legge del riposo sabatico, o, in altre parole, non l’hai ancora compresa.
Apertura sì, apertura no, nei giorni festivi? Soprattutto ai credenti, in qualsiasi valore e di qualsiasi fede, piace assicurare per legge i valori in cui credono. Eppure, a parte la necessità sociale delle leggi e il loro valore anche pedagogico, come si ama dire, l’aneddoto arriva a ricordare che qualsiasi legge, cioè qualsiasi regolazione dei valori, è inutile, se i valori stessi non sono vissuti liberamente e profondamente. La società non vive per la regolazione delle leggi, ma sulla libertà delle persone che quei valori vivono, o secondo le leggi o anche contro le leggi. Perché, oltre al dibattito apertura sì o apertura no, si ricorda in questi giorni anche l’anniversario delle leggi razziali naziste e fasciste. Se il mondo va avanti, non è per le leggi che cambiano secondo i governanti di turno, ma per i “martiri”, religiosi o civili, che liberamente continuano a vivere secondo la loro coscienza. La legge può solo stabilire il “costo” della testimonianza degli uomini liberi.
Forse per questo un certo Paolo,
ebreo e cittadino romano,
su due fronti ben esperto di leggi,
diceva che per un cristiano non c’è legge?
Antonio Pinna
(Salmista ad Aristan)
Secondo un detto della tradizione ebraica, se tu in giorno di sabato stai semplicemente passeggiando e godendo della tua vigna, e a un certo punto noti per caso un’apertura nella siepe di recinzione, e se a quel punto pensi «Domani lo aggiusterò»: ebbene, stai già violando la legge del riposo sabatico, o, in altre parole, non l’hai ancora compresa. (da Salmo 155 PER LEGGE? – Editoriale di Antonio Pinna)