Vedo gente che cerca posti di comando. Vedo gente che vi si contenta. A starci.
Nel mondo, le gare sono in chiaro. Il comando si chiama governo. In alto, ogni tanto ci si arriva per via colpo di stato, ma in genere attraverso perenni campagne elettorali, dove il pudore manca a far limite al disprezzo. Solo brevi tregue per le feste e ferragosto, senza microfoni ai concorrenti in ferie.
Nella chiesa, le cose sono più sofisticate. Il comando si chiama servizio. In alto in genere si arriva per cooptazione di chi in alto è già (una specie di colpo di stato permanente? Ma con redenzione annessa a farlo santo). Solo ogni tanto in alto si arriva per via di libere elezioni, ma guidate, si dice (e sembra già resipiscenza) dallo Spirito, eccetto però che nei casi di “fronda” sussurrati. Di fronda? E sembra una specie di spiffero al pudore.
In tutti e due i casi, per prima cosa (è statistica), i nuovi saliti nella chiesa si confessano non degni dell’altezza.
Ma, Dio mio, di che altezza indegni da soli si beatificano?
Rileggo, Signore, in questi giorni l’esortazione di Paolo agli sgomitanti cittadini di Filippi: «Niente per rivalità, niente per vanagloria, ma stimando gli altri più di sé stessi. Agite così, come si addice a quelli che sono in Cristo Gesù…» (Fil 2,3-5).
Per stare, fratello celeste e nazareno, dalla stessa parte tua,
che hai “versato” ricchezza divina in povertà umana,
accettando fin la morte, la più bassa,
decisa da capi civili e religiosi nel loro turno di potere.
Breve turno, tuttavia,
perché stando dalla parte tua
il nome di Signore noi lo diamo
a chi non ha confuso servizio con potere.
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
Solo ogni tanto in alto si arriva per via di libere elezioni, ma guidate, si dice (e sembra già resipiscenza) dallo Spirito, eccetto però che nei casi di “fronda” sussurrati. Di fronda? E sembra una specie di spiffero al pudore.
(da SALMO 48 – AI POSTI DI COMANDO! Editoriale di Antonio Pinna)
Da Habemus Papam ( 2011) di e con Nanni Moretti