Nel tempo in cui il sole sembrava stanco e la terra respirava a fatica, gli aironi dormivano tra le paludi, avvolti da sogni di giustizia e cieli aperti. Dormivano mentre i lupi trattavano con le volpi, mentre i corvi scrivevano leggi sulle ossa dei passeri.
Un giorno, il vento portò un odore diverso: non di pioggia, ma di fine. Gli aironi si svegliarono. Le ali rigide, gli occhi pieni di visioni non vissute.
Si alzarono in volo, gridando parole che credevano nuove. Ma altri animali della foresta li guardarono perplessi: “Dove eravate finora? Abbiamo lottato, sbagliato, imparato. Non siete gli unici a voler giustizia”. Sotto di loro, il mondo non si fermò. I lupi continuarono a trattare con le volpi, i corvi a scrivere leggi su ossa di passeri.
Fra gli aironi molti continuarono a volare, perché non sapevano più restare immobili. Gli altri? Sembra siano tornati ai sogni tra le paludi.
Morale della favola: talvolta il risveglio non porta salvezza, ma consapevolezza. E la consapevolezza è già una forma di luce.
Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)
“Nel tempo in cui il sole sembrava stanco e la terra respirava a fatica, gli aironi dormivano tra le paludi” Da Salmo 522 MARCE DI RISVEGLIO, FORSE – Editoriale di Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)