Non bastassero i tanti che muoiono per ingestione di funghi velenosi (perché erano convinti che non lo fossero, perché si erano fidati di chi sosteneva che non lo fossero o per purissima sfiga) occorre fare i conti con quanti ci lasciano, e sono ben più numerosi, tra chi i funghi li cerca. E’ gente che si perde nei boschi, scivola nei canaloni, cade dai dirupi nel vano tentativo di portare a casa il porcino più grande, il fungo più raro. O che semplicemente muore cercando il paradiso: una radura tra gli alberi dove spuntano come nelle fiabe funghi dal capello rosso a pois verdi, blu o gialli (o qualsiasi combinazione di questi colori), dal gambo liscio e sodo di dimensioni colossali. Un luogo ignoto persino a orsi, nani e scoiattoli.
“Aspettavamo il nonno per l’ora di cena, invece non è arrivato”, ricorda Maria B., ticinese. “Era uscito da solo all’alba, impegnato come tutti i giorni nella ricerca del fungo matsutake. Di colore bianco o marrone e dall’odore inconfondibile, il più raro e costoso al mondo. Mai visto però da queste parti. E invece il corpo del nonno è stato ritrovato due giorni dopo, nel pomeriggio, con la testa sfracellata. Era precipitato in un burrone.” L’ennesima tragedia tra i cercatori di funghi.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
la raccolta di funghi di gervasoni