TRUMAN E PERRY


Editoriale del 2 marzo 2105

“È come se io e Perry fossimo nati nella stessa casa. E un giorno lui si fosse alzato uscendo dalla porta sul retro, mentre io da quella principale”. Difficile trovare una sintesi più incisiva di quella dedicata da Truman Capote alla barcollante utilità del giudizio, un nodo scorsoio appeso all’uscita del labirinto che è la storia. La sofisticata, geniale, magnifica checca newyorkese e il ceffo proletario di sangue indiano che il 15 novembre 1959 disintegrò a fucilate la placida famiglia Clutter a Holcomb, Kansas. La ricca cassaforte che lui e il compagno Richard Hickock avevano immaginato non esisteva. “Nessun testimone” si erano detti nella lunga traversata on the road che li avrebbe condotti nel viale di casa Clutter, soffocati nel silenzio dei vasti campi di grano. In libertà vigilata, sognavano un futuro di crasse e romantiche avventure. Sul New York Times lo scempio di carne operato dai due feroci fanciulli ebbe appena lo spazio di 300 battute. Furono sufficienti a sollevare la curiosità di Capote. In 8000 pagine di appunti raccolti sul campo il giornalista del New Yorker e romanziere di “Colazione da Tiffany” ricostruì l’intera vicenda, e il grembo a stelle e strisce cha l’aveva partorita. Quando Richard e Perry vennero catturati Capote riuscì a ottenere il permesso per interviste che avrebbero sublimato “A sangue freddo”, patriarca del romanzo-verità. Fra lui e Perry si stabilì un rapporto perverso, nutrito da fascinazione, vuoto, disperazione, speranza, gloria, bieco sfruttamento. Il seme umano di entrambi era germogliato in un’infanzia oscura. Capote assistette all’impiccagione di Perry Edward Smith, il 14 aprile 1964. Poco tempo dopo, con un’opulenta serata di gala, festeggiò la pubblicazione del suo capolavoro immortale. Morì il 25 agosto 1984 consumato da alcool, droghe e medicine. “Preghiere esaudite”, il suo ultimo romanzo, rimase incompiuto. Non scriveva dai giorni di Holcomb. Era tornato a casa. Dalla porta sul retro.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

COGLI L’ATTIMO

 

da Capote ( 2005), diretto da Bennett Miller, con Philip Seymour Hoffman e Clifton Collins jr.

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA