«Creare cortocircuiti tra idee e mondi e personalità che normalmente non si incontrano, così come sta facendo Aristan vuol dire, in una sola parola, elogiare l’errore e la follia di quelli che sono “disobbedienti alle leggi del branco”»
Di Virginia Saba
Prove di volo: dove è volato Pani con questa raccolta?
“Dentro se stesso, per scoprire ciò che poi è dentro tutti noi. Tutti connessi, unici e diversi, non certo attraverso internet quanto dalla nostra immensa coscienza collettiva”.
Dove sta volando l’umanità?
“Come sempre verso il buio e verso la luce in modo alterno, a volte in modo disordinato, caotico e confuso; altre volte volte seguendo le necessità del caso”.
Cosa è Aristan per il suo psiconauta della mente?
“È esattamente quello che recita la sua definizione, una città-stato fluttuante capitale di se stessa i cui confini corrispondono con la pelle di chi ha il coraggio di viverla. Non solo la città ma la propria pelle”.
Cosa potrebbe dire creare cortocircuiti tra idee e mondi e personalità che normalmente non si incontrano, così come sta facendo Aristan?
“Vuol dire far nascere nuova conoscenza a ponte tra discipline irrituali che, in modo a volte insolente, si parassitano l’una con l’altra. Vuol dire, in una sola parola, elogiare l’errore e la follia di quelli che sono “disobbedienti alle leggi del branco”.
A quale editoriale sei più affezionato?
“Sciami emersi perché è il titolo che mi fu dato da Paolo Bianco, un amico fraterno che è appena mancato, improvvisamente”.
Qual è il più grande peccato della nostra mente?
“Non credere ai suoi inganni per poi cercare di ingannare tutti in modo patologico”.
Ti sei perso o hai sempre avuto la bussola, dentro “prove di volo?”
“Solo perdendosi si può viaggiare e quindi volare. Altrimenti è un tragitto tra due punti, utile per muoversi ma insignificante per divenire. Solo chi si perde e incontra i suoi demoni può diventare altro. Come dice Filippo Martinez, “altrove” è l’unico luogo possibile”.
