ABORIGENO A PRESCINDERE


Editoriale del 29 giugno 2014

Sarà capitato anche a voi di avere un estraneo in famiglia. Potrebbe essere l’amico di vostra sorella o una zia acquisita, poco importa quello che conta è che lo percepite come un corpo estraneo, un sassolino nella scarpa o un moscerino nell’occhio. Non c’è una singola parola che proferisca o una qualsiasi cosa faccia che non vi dia sui nervi. Siete comprensibilmente dilaniati tra l’affetto che, si spera, provate per vostra figlia e l’odio viscerale che invece vi evoca il suo fidanzato. Proprio quando pensate che non ci sia fine al peggio vi accorgete però che una simile situazione potrebbe riprodursi anche dentro voi stessi. E’come se tra il cuore e la testa non ci sia alcun dialogo; succede quando i sentimenti ci conducono in luoghi che la ragione non conosce e non capisce. Il mondo interiore si separa sino a quando una porzione consistente dell’animo è agli antipodi rispetto a tutto il resto. Vi trovate, in quei momenti, aborigeni a prescindere da chi siete sempre stati. Non fate finta di niente, si tratta di segnali importanti che insegnano una lezione fondamentale: tutto ciò che il raziocinio non sopporta rappresenta una parte importante di chi siamo davvero, una parte oscura spesso, malvagia a volte che abita dentro di noi. La vera natura dell’uomo è il suo Demone come diceva Eraclito, prima imparerete a parlare con il vostro e meno fastidio vi darà incrociarlo nelle multiformi raffigurazioni di qualcun altro.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

da uno spettacolo teatrale di Corrado Guzzanti

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA