Poche ore prima un nostro vicino di cella si era tolto la vita impiccandosi col lenzuolo alle sbarre.
Ciò non aveva però tolto l’appetito di Albo che non si era fatto distrarre dalla preparazione della sua mitica zuppa inglese.
Ora faceva merenda divorando quello straordinario dolce mentre io lo guardavo esterrefatto.
“Come fai a mangiare come un lupo quando c’è ancora un morto caldo nella cella a fianco?”
Non si scompose. “Avesse impiegato il suo tempo nel preparare la zuppa inglese molto probabilmente non si sarebbe tolto la vita, ma se questa era per lui un peso troppo gravoso da affrontare ha fatto bene a sgravarsene. Sono felice che sia riuscito nel suo intento: la sua morte non riguarda affatto la mia esistenza. Mi terrorizza far male ciò che mi compete, ma lui non mi compete”.
Il suo cinismo mi sconvolse.
“aveva appena 27 anni”, gli dissi.
“Ha eliminato mezzo secolo di sofferenze in un sol colpo”, rispose.
La frase non mi lasciò indifferente.
Presi un piatto di plastica e mi versai una porzione abbondante.
“Il liquore come lo hai procurato?”, gli domandai.
Rise e non rispose.