Con questo editoriale di Fabio Canessa l’Università di Aristan promuove una raccolta firme per candidare Renzo Arbore alla Presidenza della Repubblica. Per sostenere il nostro candidato firmate la petizione al link che segue.
https://www.change.org/arborepresidente
Chissà se, da ora in poi, sarà chiamato Cavaliere, come Berlusconi. Finora sul suo biglietto da visita c’era scritto: Renzo Arbore, clarinettista. Se il biglietto avesse spazio sufficiente per l’elenco completo dei suoi mestieri bisognerebbe aggiungere: disc jockey radiofonico, presentatore e showman televisivo, regista e attore cinematografico, critico jazz, rock e pop, inventore di un modo sempre alternativo di regalare al pubblico prodotti di qualità artistica non deperibile, talent scout di personaggi che occupano posti di primo piano nell’arte varia dello spettacolo (da Benigni a Frassica), ripescatore di talenti dimenticati (Roberto Murolo e il repertorio napoletano, lo swing di Natalino Otto, la canzone divertente di Renato Carosone), creatore di tormentoni così azzeccati da resistere all’usura del tempo (da “Alto gradimento” a “Quelli della notte”), infine cantante leader della migliore orchestra che abbia oggi la musica italiana. Se si dovesse ripercorrere le tappe di una carriera esaltante, si dovrebbe partire dalle surreali follie radiofoniche con gli amici Boncompagni, Marenco e Bracardi. Per poi seguirne l’evoluzione che lo porterà a diventare “cantautore da grande” e a rivoluzionare il mezzo televisivo con nuovi linguaggi sia nel campo dell’umorismo (“Quelli della notte” e “Indietro tutta”), sia in funzione propedeutica alla musica di qualità (“L’altra domenica” e “Doc”), per arrivare all’Orchestra Italiana, che ha portato la sua musica meticcia e trascinante in un trionfante tour mondiale. Un artista colto e insieme popolarissimo, con due punti fermi: lo swing e l’improvvisazione. Entrambi ereditati dalla militanza jazzistica: la freschezza di un ritmo sostenuto e divertito che, se diverte lui, contagerà anche il pubblico, e il gusto di una jam session all’impronta, a volte musicale a volte di gag e parole. Nominarlo Cavaliere di Gran Croce è stato l’ultimo atto di Sergio Mattarella, in attesa nei prossimi giorni dell’elezione del suo sostituto, che si preannuncia confusa e contrastata da veti incrociati. L’unico nome su cui destra, sinistra e centro potrebbero convergere sarebbe proprio quello del cavalier Renzo Arbore.
Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)
Nominarlo Cavaliere di Gran Croce è stato l’ultimo atto di Sergio Mattarella, in attesa nei prossimi giorni dell’elezione del suo sostituto, che si preannuncia confusa e contrastata da veti incrociati. L’unico nome su cui destra, sinistra e centro potrebbero convergere sarebbe proprio quello del cavalier Renzo Arbore (da ARBORE FOR PRESIDENT – Editoriale di Fabio Canessa)