BURLA INFINITA


Editoriale del 03 ottobre 2016

Qualche tempo fa ho letto un saggio di Gellner su Wittgenstein. Mi sovviene ora perché frugando nel web ho letto che Harold Bloom una volta disse che “Stephen King è Cervantes” se paragonato a David Foster Wallace. Ma anche perché da mesi osservo dietro un vetro opaco il mio vicino che frigge pesci come non ci fosse domani. Forse ha una piccola attività commerciale oppure nasconde in cantina un uomo di trecento chili che ingolla platesse senza nemmeno masticarle. Mi piacerebbe fosse la seconda. Dicevo di Gellner. Da sociologo riporta Wittgenstein all’organismo di classe, e attraversando il labirinto delle opere, a grosse fette devo dire, spiega tutto con la sua natura borghese e un desiderio rimosso di vedere il mondo purificato nella piccola e densa comunità di provincia. Per quanto mi riguarda non posso mai dimenticare che Wittgenstein fu compagno di scuola di Hitler, e che entrambi, prima di ogni altra cosa, vissero e morirono in un corpo a corpo con il linguaggio. Il primo, da anatomopatologo, scollandolo dal pensiero e cercando di restituire la nuda cosa. Il secondo, da barbaro delirante, usandolo come poderosa incantagione. Wittgenstein, disertore di un’eredità milionaria, abbandonò l’accademia, con qualche sporadico affioramento, e si fece maestro elementare, giardiniere e infermiere in un ospedale nella Londra funestata dalla Lutwaffe. Hitler quasi riuscì ad imporsi al mondo. Come dire che l’ossessione e la tragedia del vivere possono essere scatenate su terreni diversi, il dentro e il fuori, l’eternità e la storia. Riguarda tutti nessuno escluso questo affare. Ma ora taglio a fette come Gellner, e con competenze infinitamente inferiori. Comunque, Bloom non l’ha nemmeno letto Foster Wallace, e se lo ha letto era geloso o non capiva le terribili novità di questa epoca bugiarda come nessun’altra. Sorbitevi Trump come si deve poi ne parliamo. Quanto al vicino, l’ipotesi della cantina è proprio questo: sublimare il male e l’angoscia nella burla. Gnam gnam. O spararsi un colpo alle tempie, bang bang. Anzi, bang.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)


Wittgenstein fu compagno di scuola di Hitler, e che entrambi, prima di ogni altra cosa, vissero e morirono in
un corpo a corpo con il linguaggio.
(da BURLA INFINITA editoriale di Luca Foschi)
Wittgenstein è morto – da Wittgenstein (1993) di Derek Jarman

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