Ho camminato per fare un passo indietro.
La moschea di Cordoba ha una cattedrale eretta nel suo cuore.
Fonde il conflitto culturale nella bellezza architettonica del complesso.
E io mi perdo in questa selva di colonne mentre fuori, nell’odoroso giardino di arance, parlano di integrare e disintegrare.
Fermo sul nartece della chiesa vedo un uomo dalla sottilissima figura.
Regge in mano un libro e implora a volte e ad archi: «Dio è ragione!».
Sono ora dentro un Medioevo più saggio della mia epoca.
Quello in cui un grande illuminato musulmano, Averroe, unì due mondi contrastanti con una sola parola: logos.
Comprendo che quella è la magia della Mosquita.
Non capisco però come si possa essere arrivati a tanta pace.
Faccio un altro passo indietro seguendo il mio filosofo arabo fino ad Aristotele.
Averroe decise di commentarlo e di salvarlo dall’oblio che ci sarebbe costato la radice della nostra cultura.
E grazie a lui ci arrivarono virtù e logica.
La stessa logica che per Averroe è obbligo in ogni testo sacro per capire la Verità, cioè Dio.
Dio è ragione. Aristotele la filosofia. Il Logos è bellezza.
Per Averroe nessun nartece. E’ il miracolo di chi ha fatto un passo indietro: la Mosquita nel cuore di una chiesa.
Virginia Saba
(Autostoppista ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Un turco napoletano (1953) diretto da Mario Mattoli. Con Totò