CHOMSKY, LADETTO E LA LINGUISTICA GENERATIVO TRASFORMAZIONALE


Editoriale del 17 novembre 2024

Dice Noam Chomsky nel suo ‘The Logical Structure of Linguistic Theory’, un cardine degli studi del settore scritto quasi 70 anni fa, che ogni essere umano possiede lo stesso codice linguistico. Una specie di software – ma nel 1957 i software non esistevano e Chomsky li anticipò – che ci consente di mettere in comunicazione tutta l’umanità.

Oggi le neuroscienze confermano questa teoria sostenendo che l’ipotalamo sia una sorta di microchip che trasforma gli impulsi dell’amigdala in logiche complesse da depositare in quel grande magazzino che è il nostro cervello.

Quindi c’è un software, un microchip e un hardware, secondo l’intuizione di Chomsky.

La faccio semplice, ma così semplice in realtà non è. Infatti l’ipotalamo è collegato con la corteccia cerebrale e i centri del telencefalo, col talamo e l’epitalamo e col mesencefalo e il bulbo, da cui arrivano o ai quali vanno impulsi sensoriali vari e fibre nervose efferenti.

Però, per farla corta, abbiamo nel cervello un software e un hardware che ci consente di ragionare.

Software e hardware che sono identici per tutti gli esseri umani.

I neuroscienziati stanno ora cercando, da qualche parte ma in quella zona, anche il centro nel quale si forma la coscienza, cioè quell’impulso immediato e creativo che dà all’ipotalamo l’abbrivio per formare nuova conoscenza.

Sto chino giorni e notti sui libri per comprendere in che modo avvenga la mia lettura del mondo.

Rifletto, e penso, e confronto.

Ma è tutto così dannatamente complesso.

Ladetto, mio paesano ed amico, avendo frequentato la quinta elementare a scuola e l’università della strada, non si pone questi problemi ma fa funzionare perfettamente il suo ipotalamo pur ignorandone l’esistenza.

Infatti 30 anni fa andammo insieme in Marocco per fare alcuni affari e, in quel tempo, né lui né io conoscevamo l’arabo.

Ci rivolgevamo a loro in francese ma costoro, quando non volevano farsi capire da noi, parlavano proprio in arabo fra loro.

Io, pur conoscendo Chomsky a memoria, niente capivo.

Ladetto, pur non sapendo chi Chomsky fosse, capiva alla perfezione i loro intrallazzi e li interrompeva parlando rigorosamente in sardo.

Assistetti a un autentico miracolo di ipotalamo e amigdala.

Ladetto e i marocchini comunicavano perfettamente l’uno in sardo e gli altri nella loro semitica lingua.

Io stavo imbambolato e chiedevo a lui cosa stessero dicendo.

“Te lo spiego dopo – mi rispose – questi sono imbroglioni ma qui cascano male. Ora gliene dico quattro…”.

Tira e molla l’affare si fece con reciproca soddisfazione.

Ladetto aveva risolto ogni cosa.

Tornato in Italia ripresi in mano ‘The Logical Structure of Linguistic Theory’  cercando risposte che non trovai.

Ci ho provato nuovamente sulla scorta delle neuroscienze sistemiche imparando a memoria ‘Neuroscience: Exploring The Brain’ di Bear ed Eds.

E poi sono andato indietro a Cartesio, Aristotele, Erodoto. Persino alle Enneadi di Plotino.

Niente da fare

Non sono riuscito a trovare nessuna spiegazione plausibile.

Dannato software e dannato Ladetto.

Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)

“Ladetto e i marocchini comunicavano perfettamente l’uno in sardo e gli altri nella loro semitica lingua.Io stavo imbambolato e chiedevo a lui cosa stessero dicendo.” Da CHOMSKY, LADETTO E LA LINGUISTICA GENERATIVO TRASFORMAZIONALE – Editoriale di Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)

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