DI CHE RAZZA È IL MIO PAPÀ


Editoriale del 24 ottobre 2024

Non si fa altro che parlare di razza, ma solo per dire che non si è razzisti. Il mio papà i neri li metterebbe vivi nell’acqua bollente, come si fa con le aragoste. I palestinesi meglio friggerli, i cingalesi arrostirli, gli ebrei cremarli. Non fraintendetemi, non mi permetterei mai di dire che il mio papà è razzista. Sono cose che dice tanto per dire, quando beve un bicchiere con suo cognato.

Da poco il mio papà, uno che va in giro sempre abbronzato perché fa figo, ha commissionato una ricerca genealogica, giusto per potersi appendere un attestato dietro la scrivania: “Si certifica che il dottor Annibale Cinquetti è di razza bianca”. Si è affidato a gente seria, non a quelli che ti trovano antenati eschimesi, baschi o circassi, dipende da quanto sei disposto a pagare. Una società accreditata, certificata da norme UNI. È quasi morto quando gli hanno detto che il suo trisnonno era nero (“Un negro no, proprio un negro, cazzo!”, ha detto sconvolto). E dunque io ho antenato nero, un quadrisnonno, un quadrisavolo o un bisarcavolo, chiamatelo come cavolo vi pare. Come mai in famiglia non se erano accorti? Il mio avo era arrivato in America come schiavo africano, si tingeva la pelle ma se la tingeva così bene ed era così intelligente che fregò persino sua moglie. Col tempo la famiglia si è sbiancata, anche se io sono sempre abbronzato pur non esponendomi al sole o alla lampada, ma mi sento figo.

Una storia incredibile: il mio quadrisavolo diventò un importante funzionario del governo americano e si arricchì. A vedere le foto somiglia a un sacco di uomini che conosco, tutti convinti di essere ariani. Ma in Sardegna il sole picchia forte e siamo sempre abbronzati.

P.S. Questo editoriale è basato su una storia vera, quella di William Henry Ellis (1864-1923). Chi volesse saperne di più può leggere questo libro: The Strange Career of William Ellis: The Texas Slave Who Became a Mexican Millionaire (Norton & Company, 2016).

Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

“Non si fa altro che parlare di razza, ma solo per dire che non si è razzisti. Il mio papà i neri li metterebbe vivi nell’acqua bollente, come si fa con le aragoste. I palestinesi meglio friggerli, i cingalesi arrostirli, gli ebrei cremarli.” Da DI CHE RAZZA È IL MIO PAPÀ –  Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

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