L’ABBRACCIO


Editoriale del 25 ottobre 2024

Se dovete accompagnare qualcuno che parte dall’aeroporto di Dunedin in Nuova Zelanda, dovete munirvi di un cronometro. Da qualche giorno, infatti, alle partenze troneggia un cartello dove è indicato che gli abbracci non devono durare più di tre minuti.

A pensarci bene, un abbraccio di tre minuti è tutto fuorché breve. Studi hanno mostrato come i benefici di un abbraccio, uno tra tutti, il rilascio di ossitocina, “l’ormone dell’amore”, avvengono già dopo 20 secondi, perciò in teoria per sentirsi bene, basterebbe un nono del tempo concesso a Dunedin.

Ma non è solo una questione di ossitocina. Gli abbracci sono qualcosa di più. Tra gli altri animali, almeno tra quelli dotati di braccia, “conditio sine qua non” per potersi ab-braccia-re, gli abbracci vengono fatti come atto consolatorio, per ristabilire la pace nel gruppo, come nei bonobo e negli scimpanzé. In altri, come nelle scimmie ragno, ci si abbraccia in maniera preventiva, per scongiurare eventuali conflitti durante gli incontri tra gruppi sconosciuti.

Noi a seconda della cultura di appartenenza, conferiamo agli abbracci un significato diverso. E anche all’interno della stessa cultura, possono esserci diverse valenze. Ci abbracciamo quando ci incontriamo, ma anche quando andiamo via, ci abbracciamo per festeggiare un successo, ma lo facciamo anche per alleviare un dolore o per fronteggiare un pericolo.

Gli abbracci che conosco meglio sono quelli di commiato negli aeroporti, nelle stazioni, prima di una partenza.

Sono quegli abbracci che racchiudono l’illusione di poter trattenere la persona che stiamo lasciando. Sono quegli abbracci fatti di timidezza, di silenzi pieni di parole. Abbracci impastati di falsa allegria, con il sorriso sulle labbra e gli occhi umidi. Unione di due corpi che vorrebbero fermare il tempo. Vorrebbero portare via un po’ del calore, dell’odore, dell’altra persona, nella speranza vana di sentirne meno la mancanza. Ma la nostalgia parte proprio alla fine di quell’abbraccio.

Sono abbracci che, come imposto dalle autorità dell’aeroporto di Dunedin, in fondo durano pochi secondi, ma che vorremmo con tutte le forze, durassero di più, molto di più.

Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)

“Sono quegli abbracci che racchiudono l’illusione di poter trattenere la persona che stiamo lasciando.” Da L’ABBRACCIO – Editoriale di Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)

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