Federico Fellini, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, nel suo film del 1978 Prova d’orchestra ci ha offerto il ritratto, che ricordiamo tutti con ben scarsa simpatia, del maestro straniero che, dopo la rivolta degli orchestrali con urla e slogan eversivi contro di lui, ne ottiene l’obbedienza e, parlando da quel momento in tedesco, li induce a ricominciare docilmente l’esecuzione.
Non so se quando ha girato questa sua opera il nostro grande regista fosse a conoscenza di un’intervista fatta a Herbert von Karajan, nato il 5 aprile 1908, quando aveva circa 60 anni, e quindi nel pieno periodo della contestazione, nel corso della quale gli chiesero quale fosse il segreto della direzione d’orchestra. E lui raccontò un aneddoto. Era un giovane direttore e stava iniziando ad andare a cavallo. Un giorno il suo istruttore gli disse che l’indomani avrebbe saltato gli ostacoli. Gli sembrò impossibile: “Come faccio a portare quell’enorme corpo oltre l’ostacolo?” E l’istruttore rispose: “Non dica stupidaggini, non sarà lei a portarlo oltre l’ostacolo, ma sarà il cavallo a condurre lei al di là della barriera. Lei dovrà limitarsi a dare l’inclinazione giusta perché il cavallo lo faccia nella maniera più naturale e semplice possibile”. Karajan capì che in quel momento gli era stata dato un insegnamento di vita: il gruppo degli orchestrali fa il proprio lavoro, ma non può riuscirci al meglio da solo. Il grande direttore è quello che interviene prima dell’ostacolo dell’esecuzione per dare l’inclinazione giusta alla sua orchestra. Occorre avere la visione e creare le condizioni affinché le cose si realizzino: e per riuscirci il direttore non deve ascoltarsi, cioè avere in mente solo il proprio “disco interiore” memorizzato del pezzo da eseguire, ma ascoltare e costruire un processo di continuo accoppiamento con chi gli sta di fronte, mettendo in atto un flusso interattivo tra l’interno della sua testa e l’esterno delle sedie degli orchestrali che si materializzi nella costruzione di uno spazio intermedio tra queste due componenti, all’interno del quale egli sia allo stesso tempo direttore e interprete, esecutore e ascoltatore.
Grande lezione di un maestro che non era un mostro di simpatia, ma certo sapeva far bene il suo mestiere. Vorrei che i politici che parlano italiano la imparassero, riuscendo finalmente a dare la “giusta inclinazione” al cavallo che dovrebbero guidare.
Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)
Federico Fellini, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, nel suo film del 1978 Prova d’orchestra ci ha offerto il ritratto, che ricordiamo tutti con ben scarsa simpatia, del maestro straniero che, dopo la rivolta degli orchestrali con urla e slogan eversivi contro di lui, ne ottiene l’obbedienza e, parlando da quel momento in tedesco, li induce a ricominciare docilmente l’esecuzione (da COME DIRIGERE UN’ORCHESTRA – Editoriale di Silvano Tagliagambe)