Sono centinaia di milioni coloro che nel mondo usano il telefonino per fotografare ciò che stanno per mangiare, ciò che stanno mangiando, ciò che vorrebbero mangiare: inutile stigmatizzarne la cafoneria, è un’onda in piena. Sono ancora turbato dalla foto dello stranissimo cavolo che uno dei miei quattrocentoventitre amici mi ha inviato all’ora di cena: si apprestava a mangiarlo ed era convinto che me ne fregasse qualcosa. Parallelamente aumenta il numero di cuochi, fotografi e architetti specializzati nel creare piatti che destano meraviglia e scatenano il desiderio, impossibili da riprodurre. Entrambi i fenomeni, dai confini molto vaghi, sono etichettati come food porn, voyeurismo alimentare. Da sempre niente è più osceno, per quanto mi riguarda, di un tacchino morto adagiato sul piatto, ma non ci faccio più caso. Peraltro ormai a tavola si fotografa di tutto, dalle macchie di sugo sulla tovaglia alle dentiere dei commensali. E c’è chi, in campo scientifico, si è già impegnato in ricerche fondamentali per il progresso dell’umanità: il food porn contribuisce all’aumento dell’obesità a livello planetario, perché scatena il desiderio e porta a mangiare con avidità la prima cosa che capita. Come chi il cibo lo sognava e ora se lo trova davanti. Per non parlare di una donna.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
da 9 settimane e ½ (1986), diretto da Adrian Lyne ed interpretato da Mickey Rourke e Kim Basinger