GILGAMESH Fra l'inferno e il cielo


Editoriale del 20 novembre 2016

gilgamesh

Fra tutti gli eroi della storia il più grande fu quello che non esiste, Gilgamesh, il re del mondo che sorge dalle viscere del tempo per domare ciò che è selvatico e rendere mansueto ciò che è feroce.
Delle dodici tavole della biblioteca di Assurbanipal nelle quali sono narrate le sue gesta, la mia passione va all’ultima, quella scritta dallo scriba ed esorcista  Sîn-lēqi-unninni.  Nel suo poema, il primo di ogni tempo, leggiamo la favola del mondo, e ci vediamo racchiusi nello specchio dell’eroe che attraversa l’universo alla ricerca di un amico perduto nell’interno, quell’Einkidu che fu vincitore e vinto. Nasce il Gilgamesh in quel luogo immaginario che sta sospeso tra la terra e il cielo ma si trova forse alle origini della mistica Babele, in quel tempo immobile nel quale avvennero i miracoli: il Grande Diluvio, la guerra più crudele, e soprattutto la genesi dell’uomo.

Antonangelo Liori
(Microbiografo di Aristan)


Nel suo poema, il primo di ogni tempo, leggiamo la favola del mondo, e ci vediamo racchiusi nello specchio dell’eroe che attraversa l’universo alla ricerca di un amico perduto nell’interno, quell’Einkidu che fu vincitore e vinto.
(da GILGAMESH – Fra l’inferno e il cielo di Antonangelo Liori)
dal teaser di Gilgamesh, una lezione di vita (2014) uno spettacolo teatrale di Letizia Russo

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