Fra tutti gli eroi della storia il più grande fu quello che non esiste, Gilgamesh, il re del mondo che sorge dalle viscere del tempo per domare ciò che è selvatico e rendere mansueto ciò che è feroce.
Delle dodici tavole della biblioteca di Assurbanipal nelle quali sono narrate le sue gesta, la mia passione va all’ultima, quella scritta dallo scriba ed esorcista Sîn-lēqi-unninni. Nel suo poema, il primo di ogni tempo, leggiamo la favola del mondo, e ci vediamo racchiusi nello specchio dell’eroe che attraversa l’universo alla ricerca di un amico perduto nell’interno, quell’Einkidu che fu vincitore e vinto. Nasce il Gilgamesh in quel luogo immaginario che sta sospeso tra la terra e il cielo ma si trova forse alle origini della mistica Babele, in quel tempo immobile nel quale avvennero i miracoli: il Grande Diluvio, la guerra più crudele, e soprattutto la genesi dell’uomo.
Antonangelo Liori
(Microbiografo di Aristan)
Nel suo poema, il primo di ogni tempo, leggiamo la favola del mondo, e ci vediamo racchiusi nello specchio dell’eroe che attraversa l’universo alla ricerca di un amico perduto nell’interno, quell’Einkidu che fu vincitore e vinto.
(da GILGAMESH – Fra l’inferno e il cielo di Antonangelo Liori)
dal teaser di Gilgamesh, una lezione di vita (2014) uno spettacolo teatrale di Letizia Russo