Abbronzatissimi, sempre sorridenti, i nostri politici interpretano da attori consumati la parte di chi vuol trasmettere ottimismo. Li guardo e mi viene in mente la pantomima “Il Fabbricante di maschere”, che il grande mimo francese Marcel Marceau ha portato in scena per sessanta anni sui palcoscenici di tutto il mondo. Un attore indossa una maschera triste e una maschera allegra: all’improvviso la maschera allegra s’incastra. La maschera è il volto stesso del mimo, irrigidito in una smorfia di ilarità, in contrasto con i gesti prima rabbiosi, e poi sempre più disperati del corpo. Il risultato è impressionante, la mancanza di corrispondenza tra l’espressione del viso e le emozioni tradite dal corpo suscita angoscia.
Di fronte al politico che ride, incurante della realtà disperata e straziata della terra che ha governato, proviamo a trasformare l’azione scenica di Marceau in un esperimento mentale: pensiamo agli Ircocervi, animali mitologici per metà hircus (“capro”) e per metà cervus, e immaginiamo un ibrido tra un soggetto individuale e un soggetto collettivo, con la faccia da caprone di un politico e il corpo della regione di cui ha retto le sorti. Otterremmo magicamente, in un istante, la stessa drammatica contrapposizione tra un riso forzato e stereotipato e il dolore di un corpo affranto interpretata dal geniale mimo e il riso del politico, da rassicurante, diverrebbe raggelante.
Silvano Tagliagambe
(Epistemeudomonologo di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da The Mask Maker, pantomima di Marcel Marceau