Ci arrivi già senza fiato dopo una lunga salita sotto il sole greco, perché tanto lo sai che la bellezza del Partenone ti toglierà il respiro.
Un tempio in cui sono state fuse insieme tutte le arti della terra, in un contrappunto inesplicabile di proporzioni, intervalli, frequenze di luci e di ombre. I templi greci venivano costruiti seguendo canoni architettonici dalle proporzioni fisse e misure esatte. Eppure gli architetti del Partenone non aderirono supinamente ai canoni dati: la costruzione è ricca di deviazioni dalla norma, scarti, varianti. Per esempio la spaziatura tra le colonne è irregolare, la trabeazione è leggermente curva e anche il fusto delle colonne è convesso. Ribellioni all’uniformità che avevano il solo scopo di adeguarsi alla percezione umana.
Come le dissonanze che creano più armonia in una musica, le irregolarità temperano una rigidità inerte rendendo vitale un modello astratto. È così che la discordanza diventa bellezza, perché in fondo la perfezione, annoia.
Eugenia Pignataro Atzeni
(Rabdomante ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da un documentario che spiega i trucchi costruttivi del Partenone