Panini, che ancora scrivere non sapeva, riuscì però a vedere le voci e a ricostruirle all’interno del suo universo logico che fece coincidere col senso magico della poesia.
Ecco perché riuscì a trasformare questo universo di suoni nella sua religione: perché rilesse insieme le voci che vedeva attraverso le note musicali.
E cerchiamo di capire cosa sia il Mantra, perché altrimenti ci viene difficile comprender in che modo la realtà si costruisca.
È la fusione di due diversi termini, come dice Panini.
Il verbo sanscrito Man- da cui deriva mente in latino e che significava in sanscrito pensiero o respiro e poi il suffisso -Tra che è come in italiano, colui che agisce, da cui per esempio deriviamo tramortito, trapassato, è qualcosa che attraversa la mente.
E allora il mantra cosa è?
Quel verso musicale che attraversando il nostro pensiero lo unisce attraverso la legge nella pienezza del pensiero cosmico e universale.
Come puoi comprender ciò che serve se non sai né leggere né scrivere?
Semplicemente con un canto rituale che attraversa la tua mente e la riempie di cose buone.
Panini nel sentire i canti dei sacerdoti che sono da questo Dio sospeso invitati a parlare vede attraverso le voci la regola universale che anticipa lo scrivere.
E quindi inventa una grammatica da tenere a mente.
Non c’è niente di strabiliante in tutto ciò.
Quando il bambino dice
mamma fame
la saggia genitrice, benché ancora il pargolo non vada all’asilo, lo redarguisce:
tesoro, ti serve un verbo se vuoi mangiare
E quindi il bambino impara a proprie spese ad unire il suo bisogno col cibo custodito in frigorifero.
Panini non è un semplice grammatico, ma è innanzitutto un logico e filosofo.
E comprende che un Dio ubriaco ha dettato ai suoi sacerdoti una storia forse senza scopo però sicuramente dotata di un potere magico da attraversare la mente e il corpo.
E quindi ha cercato di concepire una regola generale in circa 4000 parti, per spiegare agli uomini che prima di saper scrivere occorre saper parlare.
Noi quando pensiamo alla conoscenza abbiamo dentro la nostra testa un concetto che si chiama idea che deriva sempre dalla stessa radice dei Veda, Id.
Id.
Idea, vedere, vita, veda.
Lì nasce la nostra storia.
Infatti anche in greco la visione è Oida.
Infatti se vedere fa orao, al passato fa oida, che significa tanto vedere quanto sapere. È la stessa conoscenza dei Veda.
Questo ha spinto i nostri scienziati del comportamento umano a immaginare che dalla valle dell’Indo il misterioso popolo ariano si sia poi mosso verso l’Europa per colonizzare metà del mondo col proprio sapere.
Non so se questo sia vero o frutto di un parto della mente.
Ma so che Oida è il perfetto di un ricostruito presente e quindi eido, video, veda. Cioè idea e vita insieme.
Se vedo so.
E questo il principio di sapere.
E quindi l’unico motivo della vita.
Occorre interrogarsi sul motivo per cui Panini questo faccia.
E adesso pensiamo alla possibilità che il cammino spirituale possa concentrarsi nel Dharma, cioè l’essenza stessa del Mantra.
In occidente tutto si risolve in due concetti molto adatti alle femmine che vogliono restare giovani per trovare molti amanti grazie alla solite logiche americane che hanno sintetizzato una religione che ha 4 mila anni in due concetti pratici:
il Karma, che io penosamente non so spiegare neppure se ci metto mille anni ma che per i pratici dei corsi da 20 ore è soprattutto per i centri di bellezza, o meglio ancora, estetici, si confonde con una specie di aura che ciascuno di noi ha soprattutto dopo aver fatto un massaggio con oli essenziali.
E poi c’è l’altro termine, ancor più diffuso, che sarebbe il chakra,
che per i Veda è il centro del corpo sottile nel quale è latente l’energia divina nella logica di un percorso ascensionale verso la pura essenza della assoluta verità. Nacque Panini nella Valle di Gandara.
Cioè in quel luogo mitico nel quale discesero gli arii chissà da dove per coltivare le valli dell’Indo. E, dividendosi come pecore in mille greggi, frammentarono la loro lingua sino a fare in modo che questa potesse essere considerata madre di molto figli.
Panini riunificò il tutto studiando dal libro degli antenati, i Sacri Veda, che giunsero quattro mila anni fa laddove il Gange diede a tutto il mondo saggezza.
Credo – ma non c’è alcuna certezza – che Panini sia vissuto all’epoca di Dario il Grande, cioè prima che
la scrittura in India esistesse, e realizzò 3959 regole chiare in modo che tutti capissero come bisognava parlare.
Vide costui la scrittura prima che la scrittura esistesse.
E su questo mi voglio soffermare.
Veda significa in sanscrito conoscenza di tutto.
E deriva da una radice Vit. La stessa di vedere, ma anche di vita, ma anche di vittoria.
I Veda sono infatti la vittoria della conoscenza sulla vita quotidiana, cioè quel sapere che conduce l’uomo verso la sua immortalità concettuale. E sono eterni. Perché non sono inventati dall’uomo ma la loro origine è divina. Sono i Veda i respiri di Dio che vede attraverso la conoscenza la ricerca verso la natura immortale, che avviene attraverso i suoni divini, che sono i mantra, che giunsero agli uomini direttamente dall’essere supremo.
I Veda sono infatti chiamati anche Sruti, che altro non è che la nota musicale. E i veggenti attraverso la musica celeste hanno conosciuto l’essenza vera dell’essere.
Sono una cosa ben diversa dalla Bibbia perché non cercano la ragione in un Dio supremo ma tutte le ragioni filosofiche degli infiniti dei che sono in lui.
Non sono quindi libri teologici ma un complesso di mitologia che si fa storia nel momento in cui concepisce una mappa di campi energetici del corpo umano nel quale si riflette la mappa dell’universo intero.
Oggi l’impero americano ha scritto sull’argomento molti libri che con circa 10 dollari ti permettono di scoprire tutti i chakra per permettere di essere felice a basso prezzo.
Panini compie un percorso logico molto particolare perché si limita a vedere attraverso questi suoni le voci del pensiero universale ricostruendo con la sua mente in otto capitoli la morfologia della grammatica nella quale sono scritti.
Li divise infatti in quattro parti:
la fonologia, cioè l’idea dei suoni
la morfologia, cioè la forma dei medesimi
le radici delle classi verbali
le classi delle derivazioni nominali
I miei due grandi maestri, Ferdinand de Sausurre e Noam Chomsky hanno riconosciuto in questo grammatico di 2500 anni fa il loro antenato. L’uno quando ha inventato la semantica, e l’altro quando ha costruito il sistema della grammatica generativa.
Per lui ciò che realmente contava era il Dharma, cioè il dovere.
O, per essere più preciso, il rispetto della legge cosmica, e quindi il modo in cui le cose sono.
Ma il modo in cui le cose sono altro non è che il sentimento religioso, cioè rileggere ciò che è e legarlo insieme nel principio ispiratore di quell’essere che di tutte le cose fa una legge.
Nei Veda sono tracciati i valori eterni della vita e vennero trasmessi in versetti metrici di generazione in generazione in modo che prima della scrittura venissero scritti.
Eternità, ma che la mia domestica sintetizza in una specie di massaggio ormonale in sette punti fra cui laringe e sopracciglia e riesce a liberare la propria anima dopo la stanchezza di otto ore di ufficio.
Però comunque, per chi volesse maggiori approfondimenti, c’è in ogni libreria un reparto adatto per le massaggiatrici.
Io purtroppo non sono così pratico di queste cose così complicate e mi soffermo a ragionare sull’idea di grammatica di Panini.
Mi basta sapere cose forse meno importanti, per esempio che i Rgveda sono divini in 1028 inni di circa dieci mila strofe per oltre 150 mila parole.
E pensa un po’ che su questa ha fatto la grammatica Panini studiandole a memoria studiando i mantra e individuando poco meno di 4000 regole grammaticali.
Mi sono sempre chiesto se al termine di questa sua non piccola fatica si sia fatto fare qualche massaggio chakra da qualche bella fanciulla per liberare tutti i suoi pori poco nobili grazie ai quali conquistare oltre alla serenità dell’anima anche una non piccola erezione.
Oggi il problema più importante è quello di riuscire a comprendere qualcosa che non sia codificato.
In parole povere siamo incapaci di capire il tutto che ci passa accanto perché siamo troppo occupati a far sì che questo coincida con la legge operando quanto qualcun altro ha detto.
E mi spiego.
La grammatica di Panini è stata fatta da un uomo che non conoscevo la scrittura ed è stato proprio grazie alla sua analisi che la scrittura ha avuto vita facile in India.
E non si è preoccupato di un argomento facile, perché ha cercato di concepire in che modo fosse strutturabile la conoscenza di Dio.
E questo è il fratto tecnicamente più encomiabile del suo lavoro.
Cioè la possibilità che la convenzione non sia legata a ciò che si è sentito ma all’essenza stessa della ragione.
Ecco perché il Karma può essere considerato un concetto universale perché ha una radice sanscrita nel segno del fare, infatti è simile al greco kraino e al latino creare.
Cioè cosa è il karma?
La cosa più sacra.
Il momento della creazione.
Che trasferisce ciò che è divino nella presenza reale delle cose.
Originariamente la Yania era il sacrificio che andava fatto seguendo il karma, cioè uno scambio di doni tra dei e uomini che in qualche modo anticipa il libero arbitrio.
Perché il Kharma è la cerimonia attraverso la quale puoi offrire al Dio i tuoi doni senza essere sicuro che lui ti voglia ricambiare.
Il Kharma è ciò che correttamente si deve fare nel rispetto della volontà di Dio.
Guarda un po’ come la nostra radice ideologica, dico in occidentale, derivi dalla sorgente dell’Indo e conduca lo stesso pensiero attraverso i millenni.
Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)
“il Karma, che io penosamente non so spiegare neppure se ci metto mille anni ma che per i pratici dei corsi da 20 ore è soprattutto per i centri di bellezza, o meglio ancora, estetici, si confonde con una specie di aura che ciascuno di noi ha soprattutto dopo aver fatto un massaggio con oli essenziali.” LA GRAMMATICA DI PANINI – Editoriale di Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)