A mio nonno è stato intitolato un aeroporto internazionale, anche se quell’aeroporto ancora non esiste. Quando Livio Agostoni morì, il 12 giugno 1973, a mezzogiorno i cannoni spararono a salve e fu proclamato il lutto cittadino. Un anno fa, nel cinquantesimo anniversario della sua morte, la città gli ha eretto una statua equestre, c’è lui a cavallo anche se su un cavallo non c’era mai salito. In ogni caso non bastava. Il fatto è che mio nonno è stato un grande oculista: nei primi decenni del secolo scorso passò alla storia della medicina per aver dimostrato sperimentalmente come si potevano enucleare a un cadavere in un minuto entrambi i bulbi oculari, usando solamente le dita.
E dunque è stato dato il suo nome al nuovo aeroporto, si chiamerà Aeroporto internazionale Livio Agostoni. Si è partiti dal nome, per il momento esiste solo quello.
Ora vi spiego perché lo hanno raffigurato a cavallo anche se a cavallo non ci andava.
Seduto al suo tavolino, poco prima di morire scrisse:
“Siete troppo impegnati a salutare la pioggia per accorgervi che vi sto lasciando per sempre. Me ne andrò a cavallo, chi mi incontra mi ricorderà così”.
Non pioveva da un anno, quel giorno venne giù il cielo.
Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)
“Un anno fa, nel cinquantesimo anniversario della sua morte, in città gli venne eretta una statua equestre, Livio Agostoni fu raffigurato a cavallo anche se a cavallo non ci andava.”