I MONUMENTI DEI BUONI E DEI CATTIVI


Editoriale del 24 giugno 2020

Fin dal liceo, dove l’ho conosciuto, mi sono invaghito del carme 85 di Catullo: “Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato”.
Me ne sono invaghito perché questa è la carne, questo è il vissuto di ognuno di noi: odio e amore. È inutile chiedersi perché, ma senza la tensione generata dalla compresenza di questi due sentimenti opposti nessuno di noi sarebbe quello che è. Anzi no, nessuno tranne gli indifferenti, quelli ai quali, giustamente, Gramsci riservava tutto il suo disprezzo e, guarda caso, il suo odio: “Odio gli indifferenti. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”.
Grande Gramsci, che aveva capito e scritto che il peso morto della storia è l’indifferenza, che opera passivamente e in maniera sotterranea, ma opera. Non l’amore, ma neppure l’odio: è questa l’autentica palla di piombo che uccide ogni desiderio di cambiamento. Questo avrei voluto ascoltare e leggere a proposito della stucchevole polemica sull’abbattimento, negli spazi pubblici, delle statue di personaggi che hanno incarnato idee che condanniamo. Vi piacerebbe girare per le vie della vostra città e imbattervi soltanto in simboli che stimolano la vostra approvazione e con i quali vi trovate perfettamente in sintonia? Io penso di no: abbiamo bisogno anche di indignarci e trovarci di fronte al monumento di qualcuno che disprezziamo per le sue idee e i suoi comportamenti e fonte potente e insostituibile di questa sana reazione di riprovazione. Altrimenti, a furia di compiacerci per il fatto di imbatterci soltanto in eroi positivi, almeno per noi, rischiamo l’assuefazione, e dunque l’indifferenza che spegne ogni passione.
Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)

“Questo avrei voluto ascoltare e leggere a proposito della stucchevole polemica sull’abbattimento, negli spazi pubblici, delle statue di personaggi che hanno incarnato idee che condanniamo. Vi piacerebbe girare per le vie della vostra città e imbattervi soltanto in simboli che stimolano la vostra approvazione e con i quali vi trovate perfettamente in sintonia?”
Da I MONUMENTI DEI BUONI E QUELLI DEI CATTIVI – Editoriale di Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)

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